Il tribunale di Torino ha condannato la proprietaria di una casa per le vacanze a Porto Alabe (Tresnuraghes), residente nel capoluogo piemontese, al pagamento di quasi ottomila euro in favore di Abbanoa per i consumi idrici dal 2009 al 2014.

La sentenza arriva dopo due anni di battaglia giudiziaria tra la società e la donna.

L'imputata aveva messo in dubbio l'effettivo consumo dei metri cubi d’acqua registrati nelle letture certificate di Abbanoa.

Per esse l'azienda aveva utilizzato palmari elettronici e tablet che consentono di fotografare la lettura, caricare in tempo reale i dati nel sistema informatico e rilevare l'ubicazione del contatore mediante il sistema satellitare.

I dati risultano inalterabili grazie all'uso della tecnologia Blockchain.

Durante le udienze sono stati chiamati a testimoniare alcuni tecnici di Abbanoa che hanno mostrato le fotografie del contatore scattate durante i giri lettura. I numeri erano gli stessi caricati nel sistema e quindi alla base della fattura.

Inoltre, il contatore è stato sottoposto a verifiche tecniche che hanno confermato il corretto funzionamento.

La cliente piemontese “non ha a sua volta dimostrato che l’eccessività dei consumi registrati”, ha dichiarato il giudice, pertanto è stata condannata al pagamento delle bollette arretrate.

(Unioneonline/F)
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