Quando ha ucciso Noemi Durini, colpendola al collo e alla testa, Lucio era capace di intendere e di volere.

Questo è quanto dichiarato oggi durante l'incidente probatorio nell'inchiesta sulla 16enne di Specchia (Lecce) assassinata a Castrignano del Capo, dove è stata ritrovata dieci giorni dopo la sua scomparsa, lo scorso 13 settembre.

La perizia è stata redatta dai consulenti nominati dal gip del Tribunale per i minorenni Ada Colluto, Alessandro Zafferano e Maria Grazia Felline, assieme ai periti nominati dalla Procura, la psichiatra Mariangela Pascali e la psicologa Michela Francia.

La difesa, invece, attraverso un proprio consulente, ha contestato parte di quanto affermato. Prima dell'omicidio, il ragazzo, che a dicembre ha compiuto 18 anni, era stato sottoposto a due trattamenti sanitari obbligatori.

"C’erano alcune turbe – ha spiegato l’avvocato Luigi Rella – e di questo bisogna tenerne conto. È molto provato. La carcerazione non piace a nessuno, specie a un ragazzo di quella età. Mi ha chiesto che vorrebbe un'altra sistemazione diversa dall'istituto penitenziario dove si trova, ma gli ho spiegato che per fatti del genere non possiamo farci illusioni particolari".

Dal mese di novembre, Lucio è detenuto nel carcere minorile di Quartucciu con l’accusa di omicidio premeditato.

(Unioneonline/D)

IL CASO:

© Riproduzione riservata