Ora è ufficiale, George Weah è il nuovo presidente della Liberia.

Dopo un lungo tira e molla e un infinito riconteggio delle schede l'ex centravanti del Milan può esultare.

Con il 98% delle schede conteggiate dalla commissione elettorale Weah ha ottenuto il 61,5% dei voti, sconfiggendo Joseph Boakai, suo rivale nel ballottaggio per cui si è votato il 26 dicembre.

Nel primo turno, tenutosi lo scorso 10 ottobre, Weah era arrivato in testa. E in molti lo davano già presidente.

Invece l'ex bomber ha dovuto attendere ma alla fine ce l'ha fatta: il 22 gennaio l'avvicendamento con l'attuale presidente Ellen Johnson Sirleaf.

Weah si era già candidato alla presidenza nel 2005 e nel 2011, perdendo entrambe le volte: in campagna elettorale ha promesso nuovi posti di lavoro e istruzione gratuita dall'asilo alle scuole superiori.

Con lui si erano già congratulati dopo i risultati del primo turno gli ex compagni di squadra rossoneri Marcel Desailly, Paolo Maldini e Demetrio Albertini.

Soprattutto quest'ultimo aveva parlato del liberiano in un'intervista: "Aveva doti da leader anche in campo, per lui fare politica significa donarsi, e lui era molto predisposto in questo senso. Si è sempre impegnato per il suo popolo, per i 'suoi fratelli', come li chiama".

Albertini aveva ricordato un particolare per spiegare come George fosse legato alla sua terra e alle proprie origini. Cresciuto in una baraccopoli alla periferia di Monrovia assieme ad altri 15 bambini, non dormiva certo su un materasso quando era piccolo.

E, stando al racconto del suo ex compagno, così ha continuato a fare: "Dormiva quasi sempre a terra, il materasso non era abbastanza duro per lui. Nei cinque anni passati insieme non ricordo un momento in cui non abbia mostrato l'orgoglio africano, liberiano. Un senso di appartenenza che lo portava a restituire al suo Paese quello che aveva ricevuto dalla vita".

(Unioneonline/L)
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