Cambiano i colori delle Giunte, i Governi e persino i criteri di valutazione ma per i 137 dirigenti regionali, direttori generali in primis, il voto in pagella è sempre ottimo.

E siccome a massimo voto corrisponde massima retribuzione, quell'ottimo si tramuta in soldi veri: 30mila euro (lordi) per i direttori generali e 20mila per gli altri. Si chiama retribuzione di risultato ed è una delle tre voci che compongono lo stipendio dei vertici della burocrazia regionale. La prima è la paga fissa, la seconda quella di posizione, la terza quella di risultato.

Una componente che dovrebbe variare, visto che dipende dal raggiungimento degli obiettivi prefissati e dalla valutazione di un organismo indipendente (Oiv) ma che fatalmente è sempre il massimo: più o meno il 25% del totale.

Se ne dedurrebbe che la macchina burocratica regionale, di cui sono a capo, funzioni "ottimamente". Provate a chiedere se è così agli agricoltori, che aspettano da anni dall'Argea l'erogazione dei fondi per il ricambio generazionale o quelli del pacchetto giovani. O a chi attende per un tempo irragionevole valutazioni o autorizzazioni.

La verità - come rivelano i sindacati - è che la retribuzione di risultato è sempre massima perché direttori generali e dirigenti di servizio della Regione Sardegna hanno le prime due voci dello stipendio (parte fissa e di posizione) inferiori alla media nazionale e con il premio annuale compensano. Insomma, il bonus è nei fatti una parte strutturale e fissa della busta paga. Allora che senso hanno i Poa (Programma operativo annuale), il Piano delle performance e tutti gli innumerevoli atti coi quali si indicano gli obiettivi da raggiungere - che peraltro comportano aggravi di spesa perché impegnano decine di dipendenti - se il voto in pagella è dieci a prescindere?

Analizzando la relazione sulle performance dei dirigenti approvata dalla Giunta il 17 ottobre scorso si capisce anche quali sono le ragioni formali che giustificano l'ottimo in pagella. Si va da una "descrizione poco chiara degli obiettivi da conseguire" a una "significativa percentuale di obiettivi che non risulta monitorabile", a "i target prefissati risultano inadeguati a misurare correttamente l'obiettivo definito" a "una non adeguata rappresentazione dei progetti" sino, dulcis in fundo, alle "cause esogene" che hanno condizionato il raggiungimento degli obiettivi. Il concetto è: tutto quello che si poteva fare si è fatto, ciò che non è stato fatto è per cause indipendenti dalle loro volontà e capacità.
© Riproduzione riservata