"Cocco bello, cocco fresco!" è la frase che tutte le estati si sente sulle spiagge d'Italia: venditori ambulanti che per tutto il giorno fanno su e giù offrendo il frutto prelibato.

Ma dietro quegli uomini con secchio e cappellino si nasconde un vero e proprio racket, in gran parte gestito dalla camorra; perché è proprio da Napoli che i venditori partono, e le "paranze" vengono organizzate già in primavera: biglietto di viaggio pagato, alloggio compreso, e la garanzia del 40 per cento del ricavo giornaliero.

La zona più ambita? La Sardegna, che viene divisa in quattro "quadranti": quello più redditizio è il lato di Olbia.

Ogni mattina alle 8 gli ambulanti sono già in spiaggia e agiscono sotto ordini precisi: nessuna risposta a domande indiscrete, lavorare duramente, segnalare eventuali "concorrenti", e alla sera a letto presto per ricominciare il giorno dopo.

Confuse tra i bagnanti ci sono anche le donne dei clan, che hanno il compito di sorvegliare i venditori, affinché non sgarrino.

Il giro d'affari viene stimato in circa 800mila euro a stagione (ovviamente in nero).

In Sardegna i clan operano da oltre 10 anni e la situazione è ben nota alle forze dell'ordine: pochi anni fa proprio nell'Isola sono stati arrestati due pregiudicati napoletani che avevano massacrato di botte un extracomunitario che aveva "invaso" il territorio mettendosi a vendere cocco sulla spiaggia, ed erano stati condannati per tentato omicidio.
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