Un anno di reclusione, pagamento delle spese processuali e il risarcimento del danno alle parti civili costituite.

Il giudice per le udienze preliminari Antonello Spanu ha emesso nel pomeriggio la sentenza nei confronti dei tre dirigenti Syndial, imputati nel processo per la cosiddetta “Darsena dei veleni” del porto industriale di Porto Torres.

I tre manager di Eni, Francesco Papace Oscar Cappellazzo e Gian Antonio Saggese sono stati condannati per disastro ambientale colposo per lo sversamento in mare di sostanze inquinanti.

Assoluzione invece “per non aver commesso il fatto” per i dirigenti tra Syndial e Polimeri Europa: Alberto Chiarini Francesco Leone, Daniele Ferrari, Paolo Zuccarini Daniele Rancati. Tutti gli otto dirigenti a processo con rito abbreviato, celebrato allo stato degli atti, sulla base di quanto raccolto durante le indagini preliminari, sono stati assolti dal reato di deturpamento delle bellezze naturali perché “il fatto non sussiste”. Contro i vertici Eni si sono costituiti parte civile il ministero dell’Ambiente che ha ottenuto il risarcimento di 200mila euro, l’assessorato regionale dell’Ambiente e Comune di Porto Torres (entrambi 100mila euro), due comitati Tuteliamo il Golfo Asinara e Nord Ovest Sardegna, l’associazione Anpana, la Lega anticaccia (10mila euro ciascuno), e i fratelli Giovanni e Alessandro Polese, (2mila euro) titolari di un cantiere nautico nei pressi della Darsena in cui sarebbero stati scaricati veleni industriali.
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