Il Consorzio di Bonifica del Vignola, nato nel 1958, è un ente che non ha mai prodotto niente.

Avrebbe dovuto realizzare una diga per un invaso da 45 milioni di metri cubi (località La Balestra, territorio di Aggius e Aglientu) ma il progetto è rimasto sulla carta.

Un Consorzio virtuale per una diga fantasma, che, però, nel corso degli anni ha drenato risorse pubbliche per spese varie (compreso il canone di locazione di una sede) incassando una quota annua dai Comuni di Tempio, Aglientu, Trinità d’Agultu, Aggius e Luras.

Il Consorzio del Vignola sembrava, ormai, un pezzo di storia, e neanche tanto edificante. Invece, ora, dal passato dell’ ente ectoplasma arriva una parcella di uno studio professionale con relativo decreto ingiuntivo, questi sì, veri, ai sindaci del Comuni consorziati.

Un ingegnere cagliaritano, del tutto legittimamente (perché lui i progetti li ha effettivamente predisposti e consegnati) batte cassa e, dopo avere ottenuto circa 200mila euro, ora chiede il saldo di una parcella che, originariamente, era di 800 milioni di lire.

Il bello è che le opere progettate non sono mai state realizzate, ma soprattutto non hanno niente a che vedere con le finalità del Consorzio. I sindaci interessati non hanno nessuna intenzione di pagare, ma non è escluso, a questo punto, che il Consorzio del Vignola, come uno zombie, allunghi le mani su altre risorse pubbliche.
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