I l Cnel, Consiglio nazionale per l'economia e il lavoro, si è guadagnato il pane lavorando duro con un inedito e sconvolgente dossier pari all'annuncio della Mussolini di mollare le poltrone della politica per le sale da ballo. Anche il Paese balla, conclude il Comitato. Bella scoperta! Gli italiani non avevano necessità di quest'altro studio per capire che il domani ha poche certezze, che siamo ricchi ma di debiti e che con la pandemia il Pil scende e la povertà sale (meno che per Di Maio convinto di averla miracolosamente azzerata). Anno nuovo, dati vecchi aggiornati al peggio: un classico, servito come la distribuzione per la Befana dei pacchi dono ai poveri, sempreché sia garantito il passaggio delle immagini alle tivù e alla stampa. Gloria al Cnel e grazie a Matteo Renzi che nel referendum per la cancellazione dell'ente ci aveva messo la faccia: o passa o me ne vado. Sono rimasti tutti e due. Il Cnel costa 8,5 milioni all'anno, che pochi non sono per un ente che ha sfornato 17 proposte di legge, senza che nessuna sia stata approvata, e una sfilza di studi che difficilmente passeranno alla storia. I dati hanno valore solo se trovano attuazione nei fatti. Il dubbio invece è che la politica se ne serva come un ubriaco con il lampione: non per la luce ma per il sostegno.

ANTONIO MASALA
© Riproduzione riservata