Furbi in Europa
Caffè Scorretto
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N on si possono servire due padroni, lo dice anche il Vangelo: America-Russia o Europa? Trump e Putin, gemellati patrimonialmente parlano la stessa lingua da padroni del mondo; hanno voglie comuni e convergenti: guadagnare terreni con i droni o con i dazi. L’Europa invece di lingue ne ha 27, una diversa dall’altra, metterle insieme ci vorrebbe la pazienza di Giobbe e l’astuzia di Ulisse. Doti che l’ungherese Orbàn e altri tre come lui utilizzano per aumentare le divisioni e dare il cinque all’americano e al russo che un colpo alla volta giocano a far implodere l’Unione con le proprie mani. L’ossimorico al cubo trova sponda negli europeisti dubbiosi meno che nella convenienza, nelle cui file di soppiatto compare anche una parte dell’Italia che solleva la destra a seconda: no al Mes, sì al Pnrr, sì all’Ucraina e pure alla Russia, sì alle armi ma anche ai fiori nei loro cannoni; con l’Unione se c’è tornaconto. Gli esempi non mancano, l’ultimo: voto unanime (sine qua non anche per le banalità) sul prestito di 90 miliardi all’Ucraina. Repubblica ceca, Slovacchia e Ungheria votano l’accordo ma senza prendere impegni di alcun genere sul prestito. Vada come vada quei tre Paesi non ci rimetteranno un euro: una furbata che riporta non alla santa Unione che vorrebbe “tutti per uno” ma all’ingenuo Pietro che paga per Viktor Orbàn e i gaudenti sine dazio.
