A caval donato non si guarda in bocca ma se i troiani avessero ascoltato Laocoonte, il veggente, che raccomandava di temere i greci anche quando portano doni, nell'Odissea e nell'Eneide avremmo letto un'altra storia. Ne è convinta la Procura di Milano che sta spulciando i conti svizzeri del presidente della Lombardia Fontana per capire se il bonifico al cognato nasceva da una donazione o invece dal tentativo di mettere la sordina alla vendita di camici sanitari. Diciamocela tutta, questa faccenda interessa il cittadino perché conferma che i Paperon de' Paperoni di qualunque colore amano trasferire i capitali alle Bahamas o in Svizzera anziché lasciarli dove hanno fruttato, in Italia. La regolarizzazione della posizione, come giura Fontana, è solo una tappa contabile che riguarda l'Agenzia delle Entrate. Anche chi non mastica alta finanza come bottarga i cabraresi, comprende che questo continuo spostare i forzieri nei paradisi fiscali aggiunge danno al danno perché racconta al mondo un Paese di cui non ci si può fidare. A quel punto anche il piccolo risparmiatore si accoda: toglie gli spiccioli dalle Poste e dalla banca e li piazza sotto la mattonella. Liberi tutti: c'è chi balla la samba in Procura e chi a casa il lento di Rita Pavone “stretti stretti sulla stessa mattonella”.

ANTONIO MASALA
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