A bbiamo conquistato mattine, pomeriggi, prime e seconde serate ribadendo, a reti unificate, che per entrare in Sardegna sarebbe stato necessario un passaporto sanitario. Fiutata l'aria, abbiamo optato per le autocertificazioni, finite in una scatola di cartone in aeroporto. Infine, dopo tanto parlare, abbiamo chiuso con una banale registrazione sul web e messo in pista la App Sardegna sicura. Di sicuro ci abbiamo guadagnato in antipatia che, tradotta, ha portato a tante disdette nelle prenotazioni. Chiedetelo agli albergatori. Senza nemmeno dirci grazie, altre regioni hanno rilanciato e rilanciano nella promozione della loro immagine. Noi no, non ancora, come se l'estate non fosse iniziata da un pezzo. Tanto in tv ci eravamo andati gratis con il tormentone Sardegna Covid free. In questo turbinio di contraddizioni ci siamo indignati perché lo Stato sovrano ci ha impedito di accogliere una decina turisti in arrivo, con volo privato, dagli Stati Uniti d'America. Grande Paese, quello di Trump, talmente nei guai, per il virus, che Bruxelles e Roma hanno rinnovato la chiusura delle frontiere. Dovrebbero essere chiuse anche quelle con l'Algeria, ma le rotte sono aperte e si viaggia senza App e senza passaporto sanitario. (...)

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