D a appassionato cultore degli scenaristi americani, sui quali poi tornerò, rileggo il libro di Jacques Attali “Breve storia del futuro”, del 2007, con l'interesse che il nostro periodo di emergenza fa sbocciare e fiorire. È forte infatti il bisogno di reimmergersi nella storia per interpretare gli anni che ci aspettano, della pulizia di un pensiero profondo, svincolato dalla quotidianità.

E cco, se proprio non volete farlo per noi, che ormai autocertifichiamo tutte le nostre trasferte dalla cucina al bagno passando per il soggiorno (per chi ha la fortuna di averlo), almeno fatelo per loro. Per questi eroi in uniforme diventati loro malgrado i tuareg delle nostre strade: il deserto.

In poco più di due settimane, Signori, siamo al quinto modulo per l'autocertificazione. Sì, il quinto e non il quarto. In conto va messo anche quello durato mezza giornata con l'intestazione Ministero dell'Interno, poi scomparsa. Forse qualche altro rappresentante del Governo ha manifestato un pizzico di invidia. Signori, pietà. Ci traccerete con la app, ci studiate già con il drone, ci darete un braccialetto Covid-19 per certificare gli arresti domiciliari. S-i-a-m-o t-u-t-t-i a c-a-s-a, per chi non l'avesse capito. E allora, per favore, risparmiateci un po' di carta straccia, magari per farci autocertificare i metri quadrati del balcone, per chi ha la fortuna di averlo. Non sia mai che vogliate far pagare la Siae a chi ha cantato l'inno di Mameli. Ma è mai possibile, visto quanto siete diventati tecnologici, che non riusciate a farci scaricare il modulo sullo smartphone? Guardiamo il premier persino a notte fonda, sul telefonino, ormai. E allora, Signori, pietà. Siamo tutti consapevoli di dover stare a casa. Ma siamo anche stanchi di sentire e leggere tante cose di cui avremmo volentieri fatto a meno. Sì, lo metto in conto, si sarebbe potuto fare a meno anche di questo commento. Ma, visto che ormai ci siamo, approfittiamo per chiedere giusto un po' di buonsenso. E di buongusto.

EMANUELE DESSÌ
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