I l governo sta rotolando verso la fine dell'anno, problemi enormi come l'acciaio di Taranto e Alitalia sono sul tavolo di un esecutivo che annaspa. Nonostante il ruggito della realtà, lo scenario politico è surreale, sul taccuino ci sono due parole chiave: sardine e gattini. Sembrano l'esercizio di una mente contorta, il frutto inchiostrato di uno sceneggiatore con il gusto della beffa, e invece, cari lettori, è tutto vero. Questi sono i “miti d'oggi” (grande libro di Roland Barthes) che dobbiamo esplorare per capire chi siamo (e soprattutto non siamo) e dove andiamo (e soprattutto dove non andiamo). Apriamo il nostro catalogo non-ideale, occhio alla lisca per terra.

Sardine. Con regolarità sui giornali compaiono “movimenti” spontanei che alimentano la fantasia dei commentatori alla ricerca di nuove tigri di carta da far esordire nel circo tipografico. Nella piazza di Bologna hanno nuotato per la prima volta le sardine, una “cosa” che è nata per gioco sulla Rete e ha un solo oggetto sociale: fermare Salvini.

Abbiamo già visto nascere così varie giostre, il popolo viola, i girotondi, se non ora quando, le madamine e tutto il resto che, statene certi, arriverà in futuro. Finora è stato un gran falò della vacuità, lo stesso Movimento Cinque Stelle - nato contro Berlusconi e la casta - sta declinando a tutta velocità tra le proprie illusioni anti-sistema (cielo, la casa di Elisabetta Trenta). In attesa di finire in padella o nuotare felici, sul taccuino ci sono delle domande. Di chi sono le sardine? Di nessuno. (...)

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