"Cara Unione,

vorrei in questo momento di totale follia burocratica delle amministrazioni, portare a conoscenza un problema enorme che affligge la mia azienda, e ne sono sicuro, anche migliaia se non decine di migliaia di micro o piccole aziende come la mia nella nostra meravigliosa isola.

A seguito di questa sciagura chiamata COVID19 o coronavirus, il punto vendita (commercio in autoveicoli usati) da me gestito, ha dovuto chiudere i battenti con i carichi appena acquistati e con i potenziali acquirenti impossibilitati a muoversi ed a ridare ossigeno alle casse aziendali.

Ho dovuto mettere la mia unica dipendente in cassa integrazione proprio a causa del fatto che avevo appena effettuato gli acquisti e non avevo la possibilità di pagarle lo stipendio, confidando comunque nelle rassicurazioni dei nostri governanti e soprattutto nell’intervento rapido del nostro governatore Solinas, il quale ripetutamente a parole - a quanto pare sembra solo così - attaccava il carrozzone della burocrazia.

Ci troviamo oggi a non avere i fondi necessari per far fronte a tutte le spese che, a differenza della mia attività, non si fermano.

I nostri governanti come al solito sputano cifre e promettono immediate risorse per poter affrontare questa situazione con la "CERTEZZA CHE NESSUNO RIMARRA' INDIETRO O SARA’ DIMENTICATO"… belle parole! Purtroppo solo parole.

Ad oggi ai consulenti non è ancora consentito - e forse mai lo sarà - di connettersi al sito dell’INPS per la domanda di ottenimento del miserevole contributo di 600 euro destinato agli autonomi come il sottoscritto.

Ad oggi, ai consulenti non è ancora consentito di presentare la domanda di cassa integrazione in deroga per i dipendenti i quali, questo mese 'VERAMENTE NON AVRANNO DA MANGIARE' ma potranno nutrirsi di burocrazia.

Non solo i tempi della politica nazionale sono stati e lo sono ancora vergognosamente indegni di una nazione come la nostra; ma peggiora la situazione e il nostro 'carrozzone' regionale ancora non ha dato nessuna indicazione in merito a chi dovrà fisicamente occuparsi delle richieste e delle domande da presentare.

Sono amareggiato e disgustato. Amareggiato perché non ho possibilità di aiutare la mia dipendente a superare questo terribile periodo; disgustato dalla politica e dagli amministratori nazionali e regionali, capaci solo di parlare…

Ora mi chiedo: cosa succederà se le persone non avranno la possibilità di vedere un futuro sicuro per i propri figli?

Ho cercato di essere conciso quanto più possibile e tante cose ci sarebbero da discutere, ma in questo momento credo che i giornali siano lo strumento più potente per far riflettere ed agire chi ha responsabilità in merito.

Ringrazio anticipatamente per l’attenzione".

D. A. - Terralba
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