Cronache di una splendida avventura europea dall'archivio de L'Unione Sarda: "Sembrava finita con il raddoppio di Sosa, Criniti e Pancaro rilanciano il sogno".

E' il 30 marzo del 1994: Il centrodestra si appresta a insediarsi al Governo con Silvio Berlusconi e, dopo il tonfo elettorale, Mino Martinazzoli si dimette da segretario del Partito Popolare, rinunciando così al ruolo di traghettatore dell'elettorato dalla vecchia Dc al nuovo soggetto politico centrista. Con questo scenario politico sullo sfondo, al Sant'Elia si gioca la semifinale d'andata della Coppa Uefa tra Cagliari e Inter. I rossoblù, al secondo anno di Massimo Cellino presidente del club e mai così in alto nella loro storia continentale, vincono in rimonta per 3-2 e pregustano una finale facile facile con il Salisburgo. Al ritorno, Bergkamp dal dischetto, Jonk e Berti azzerarono con un severissimo 3-0 le ambizioni della squadra di Bruno Giorgi, arrivata in semifinale dopo aver battuto la Juventus sia a Cagliari che a Torino. E' mito, più che storia. Anche perché, dopo 27 anni, c'è chi ancora s'interroga sul perché quel Cagliari, sulla carta non meno forte dell'Inter, si fosse spento nella sfida di ritorno al Meazza, il 12 aprile, davanti a un avversario che pareva correre e crederci il doppio dei rossoblù, inspiegabilmente attoniti, quasi inermi dopo essere andati sotto per un rigore concesso forse con eccessiva generosità ai nerazzurri, all'epoca guidati da Giampiero Marini. Forse pesò il blasone dei rivali, forse la pressione. Fatto sta che quell'esperienza resta un'incompiuta, la più grande della centenaria storia rossoblù, ma anche, per certi versi, un'impresa incredibile che poche piazze di provincia possono vantare.

L’Unione Sarda del 12 aprile 1994
L’Unione Sarda del 12 aprile 1994
L’Unione Sarda del 12 aprile 1994

LA PARTITA D'ANDATA. Mercoledì 30 marzo 1994 al Sant'Elia si danno appuntamento 32.543 supporter. Un'Isola intera - calcisticamente - rivive qualcosa di molto simile alla cavalcata che, nel 1970, issò lo scudetto sulla Sella del Diavolo. La cronaca dall'archivio del nostro giornale: passa in apertura l'Inter con Fontolan (che qualche stagione dopo si trasferirà in Sardegna, in B, ma senza lasciare il segno), pareggia subito Luis Oliveira. Nella ripresa Ruben Sosa, uruguaiano, sembra voler soffocare la luce rossoblù. Ci penseranno, nei minuti conclusivi, Antonio Criniti e Giuseppe Pancaro a riaccenderla, perforando la porta difesa da Walter Zenga. Ai loro gol lo stadio esplode in un'unica gioia di speranza. Giorgi rincorre Pancaro sotto la tribuna centrale per abbracciarlo, dopo la rete del 3-2: è l'immagine di una stagione comunque storica. "La vittoria del coraggio, dell'incoscienza, della disperazione", dirà a Ivan Paone nel dopo gara il tecnico, ancora affaticato per la corsa. "Siamo due ragazzi di Calabria", esordì invece Criniti. "Sappiamo molto bene che cosa è la sofferenza", aggiunse Pancaro, che neppure si presentò in sala stampa. E quando i cronisti lo scovarono nel piazzale davanti al Sant'Elia, mischiato tra amici e forze dell'ordine, si scusò: "Nessuno mi ha chiamato". E gli risposero: "Ma se non ti intervistano oggi, quando lo faranno mai?". Criniti (di Catanzaro) dedicò il gol ai genitori, altrettanto fece Pancaro (della provincia di Cosenza). "E comunque andrà a finire la nostra carriera", dissero all'unisono a Nando Mura, "siamo contenti di aver lasciato una traccia indelebile nella storia di questa squadra". Pancaro nel 1999 vinse la Coppa delle Coppe (l'ultima della storia) con la Lazio e, nel 2000, lo scudetto sempre in biancoceleste. Di seguito il tabellino della partita.

CAGLIARI: Fiori, Villa, Pusceddu, Napoli, Bellucci (dal 38' del secondo tempo Pancaro), Firicano, Sanna, Allegri (dal 18' del secondo tempo Criniti), Valdes, Matteoli, Oliveira. (12. Dibitonto, 14. La Torre, 16. Veronese). Allenatore: Giorgi.

INTER: Zenga, A. Paganin, M. Paganin, Jonk, Ferri, Bergomi, Orlando, Manicone, Fontolan, Bergkamp, Sosa (dal 40' del secondo tempo Bianchi). (12. Abate, 13. Battistini, 14. Dell'Anno, 15. Marazzina. Allenatore: Marini.

ARBITRO: Lopez Nieto (Spagna).

RETI: nel primo tempo, al 6' Fontolan, al 10' Oliveira; nel secondo tempo, al 16' Sosa, al 37' Criniti, al 42' Pancaro.

LA SFIDA DI RITORNO. Il 12 aprile del 1994 a San Siro l'Inter vince 3-0 e va in finale davanti a circa cinquemila tifosi sardi sui sessantamila paganti di quella sera nella Scala del calcio. "E' finita l'avventura", titolerà il suo pezzo l'inviato a Milano Dionisio Mascia. "Bergkamp trasforma un dubbio rigore. Poi Berti e Jonk affondano i rossoblù". E se Giorgi invitò a non fare processi, in prima pagina Massimo Crivelli dedicò, nel suo commento, "Un grazie al cuore dei rossoblù". In quello stesso giorno, dal santuario di Pietralcina, venne rubato il saio di Padre Pio.

Il tabellino della partita.

INTER: Zenga, Bcrgomi, Shalimov, Jonk, M. Paganin, Battistìni, Bianchi, Manicone, Fontolan (44' st Dell'Anno), Bergkamp, Berti. (12 Abate, 13 Ferri, 15 Di Sauro, 16 Marazzina). Allenatore Marini.

CAGLIARI: Fiori, Villa, Pusceddu, Herrera, Napoli, Firicano, Moriero, Sanna, Valdes, Matteoli, Oliveira (39' st Criniti). (12 Dibitonto, 13 Bellucci, 14 La Torre, 16 Pancaro). Allenatore: Giorgi.

ARBITRO: Don (Inghilterra).

RETI: 38' Bergkamp (rigore), 54' Berti, 64' Jonk.

I BILANCI. Battendo il Salisburgo 1-0 sia a Vienna (il 26 aprile, gol di Berti) che a San Siro (l'11 maggio, rete di Jonk), l'Inter vincerà la Coppa Uefa. Il Cagliari si salverà ma Giorgi non sarà confermato: Cellino sceglierà Tabarez. La squadra non arriverà in Europa, ma di sicuro il Maestro, al Sant'Elia, sarà il direttore di un'orchestra calcistica spettacolare.
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