Il capitano confederato Jefferson Kyle Kidd cavalca attraverso le polverose strade del Texas per portare le notizie. Veterano di tre guerre, prima ancora ex tipografo, indossa l'abito buono per offrire un diversivo a improbabili lettori che leggere non sanno e, spostandosi di città in città, quasi interpreta a voce alta, racconta storie vere e condivide le notizie della stampa su presidenti e regine, catastrofi incredibili e avventure in arrivo da tutto il mondo. Lo fa per pochi centesimi incantando il suo pubblico con il piglio di un banditore consumato ma sempre con garbo portando le notizie in arrivo dall'altra parte del mondo ma anche dai vicini villaggi, e poi riparte verso una nuova città, una nuova platea. Tom Hanks è Kidd nel film "Notizie dal mondo" ("News of the World"), scritto da Paul Greengrass - coautore insieme a Luke Davies - che dopo "Captain Phillips - Attacco in mare aperto" (candidato agli Oscar nel 2013) ritrova la collaborazione con la star americana per la produzione di un western apparentemente vecchio stile targato Netflix (disponibile sulla piattaforma) e Universal Picture. E come i western parla del passato per fare un quadro del presente senza scordare polvere, pistole, distanze infinite, villaggi abbandonati e panorami mozzafiato (il film è stato girato nei dintorni di Santa Fe). La storia arriva dalle pagine di un libro, un best seller firmato da Paulette Jiles nel 2016, candidato al National Book Award, e tratta il tema delle origini di una nazione. Siamo nel 1870 e la Guerra Civile ha lasciato pesanti strascichi, «ma è un film sui nostri tempi», dice il regista Paul Greengrass. «I vicini, le famiglie e le comunità erano duri e spesso in conflitto violento tra loro e gli americani dovevano decidere chi erano Americani».

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Ed è nelle pianure del Texas che il destino del capitano pentito perché convinto di aver partecipato alla guerra dalla parte sbagliata, incrocia quello di una bimba di 10 anni, Johanna (Helena Zengel, Systemsprenger). Apparentemente angelica ma fortemente selvaggia, la piccola è stata catturata e adottata dalla tribù dei Kiowa sei anni prima, orfana di una famiglia di coloni, e allevata come una di loro e ora unica sopravvissuta a un agguato. è il capitano a ritrovarla in carro ribaltato e depredato, a pochi metri dal cadavere di un afroamericano appeso a un albero con un biglietto al collo: «Il Texas dice no! Questo paese è dei bianchi». Anche Kidd non ha più una famiglia, vive in un perenne peregrinare per portare le notizie, ha scelto di essere un divulgatore e quando si ritrova tra le mani il destino della ragazzina, cerca di lasciare che a occuparsene siano le autorità ma poi accetta di affrontare un lungo viaggio verso Castroville per consegnarla agli zii, unici parenti ancora in vita. Centinaia di miglia da percorrere su un piccolo carro trainato da cavalli, tra la natura selvaggia, l'impossibilità di comunicare nella stessa lingua, in un'avventura che prevede incontri con banditi e tutto ciò che popola quell'America che odia i neri, gli indiani, la lotta per la sopravvivenza dove il più forte ha il sopravvento sul più debole. La violenza è ovunque anche per colpa dei coloni che, come dice il capitano Kidd, «uccidono gli indiani per la loro terra. Gli indiani uccidono i coloni per averla presa… La guerra è finita. Dobbiamo smettere di combattere prima o poi». Johanna, nella strabiliante interpretazione della giovanissima Helena Zengel (in nomination ai Golden Globe), impara alcune parole di inglese durante il viaggio, parla con gli occhi il più delle volte ed è più che sufficiente. E scappa. Tenta sempre di liberarsi, di riprendere le tracce lasciate da quella che sente come la sua famiglia, i nativi americani. Osserva la realtà che non le piace mentre Kidd prova a cambiarla, usando la violenza solo quando strettamente necessaria.
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