Mai più minorenni che sbirciano video sui siti porno. Da oggi chiunque vorrà accedere a Pornhub, Onlyfans e altri quarantatré portali blindati dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) dovrà dimostrare di essere maggiorenne. Non con un semplice clic, come accadeva sino a ieri. «Il processo di verifica sarà articolato in due fasi distinte» – ha spiegato l’Agcom - «bisogna scaricare sul proprio smartphone l'applicazione che fornirà la prova della maggiore età, attraverso l’identificazione dell’utente. I siti vietati ai minori dovranno quindi prevedere l’accesso attraverso un Qr Code da inquadrare con lo smartphone». Nelle intenzioni «la riservatezza sarà garantita dal cosiddetto meccanismo di “doppio anonimato”, che non consente ai fornitori di sapere per quale servizio viene emessa la certificazione, e al sito finale di conoscere l’identità dell'utente». Una specie di Spid che rilascerà «un codice numerico anonimo e monouso». 

La decisione

Le linee guida sono state dettate dalla Commissione europea con il “Digital service act”. L’Italia è nel gruppo dei cinque Paesi (con Francia, Spagna, Grecia e Danimarca) in cui sarà sperimentato il sistema di verifica. Tutto ruota attorno a una applicazione che dovrebbe entrare a far parte del portafoglio di identità digitale. A oggi, però, è plausibile che la data slitti di qualche settimana, in attesa dell’app vidimata dallo Stato. Per i siti che aggirano la legge previste multe sino a 250mila euro e l’oscuramento.

La lista

Ecco l’elenco dei siti finiti nella rete dell’Agcom: Pornhub, YouPorn, RedTube, Stripchat, XNXX, XVideos, Cameraboys.com, Maturescam.com, Mycams.com, Mytrannycams.com, Porndoelive.lsl.com, Pornhdlive.com, Joyourself.com, LiveJasmin, LivePrivates.com, LiveSexAsian.com, Lsawards.com, LSL, Pornhdlive.com, Superporno (Canal Porno), Porn300, Porndroids, Faphouse, Jacquie et Michel, Olecams, OnlyFans, XFree, XHamster, Tiava, Lupoporno, IXXX, TubeGalore, GayMaleTube, Porn.com, Solo Porno Italiani, Cam4, Pornzog, Hentai-Ita, GiochiPremium, XHamster Live, Clips4Sale, Chaturbate, Bang, TnAflix, Tukif.love.

Nel Regno Unito

Il primo passo l’ha fatto a luglio il Regno Unito con l’Online Safety Act, che impone la verifica dell’età con il caricamento di un documento d’identità o il riconoscimento facciale. Immediato il riverbero sul traffico dei siti online. «Pornhub ha dichiarato di aver perso il 77% dei suoi visitatori britannici», sintetizza un report governativo, «anche altri giganti del settore hanno subìto un calo drastico: 47% in meno per Xvideos e -39% per xHamster nelle prime due settimane dall’introduzione delle nuove regole». L’autorità di regolamentazione dei media (Ofcom) ha certificato che le visite ai siti porno sono diminuite di quasi un terzo da luglio a ottobre. Resta da capire se le società che gestiscono i siti pornografici saranno disposte ad accettare le limitazioni o avvieranno uno scontro a tutti i livelli per salvare gli enormi guadagni. La partita è appena iniziata.

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