“Educazione al rispetto attraverso le pari opportunità”. A cominciare dalle scuole. Lorena Urrai, psicologa di Villagrande, lo aveva anticipato fin da quando era stata nominata consigliera di parità per la Provincia di Nuoro. “Partirò proprio dagli studenti, perché sono il nostro futuro e perché in loro deve attecchire la cultura del rispetto”. Presupposto fondamentale affinché tra uomini e donne non ci sia più il tarlo della subalternità.

Lorena Urrai, consigliera di parità della Provincia di Nuoro (foto L'Unione Sarda)
Lorena Urrai, consigliera di parità della Provincia di Nuoro (foto L'Unione Sarda)
Lorena Urrai, consigliera di parità della Provincia di Nuoro (foto L'Unione Sarda)

Il progetto sarà avviato in collaborazione con un’associazione specializzata nel ramo e partirà, a settembre, dall’istituto superiore Janas di Tortolì. “L’iniziativa – annuncia Lorena Urrai - verrà estesa alle V classi delle scuole superiori della Provincia di Nuoro coinvolgendo di volta in volta gli Istituti che ricadono nell’area provinciale”.

Per spiegare meglio il senso di questo percorso educativo, Lorena Urrai ne sottolinea prima di tutto l’urgenza. “Il problema della violenza maschile su donne e bambine – ricorda – ha assunto negli ultimi anni una rilevanza e un'urgenza tali da rendere non più procrastinabili azioni di forte impatto su diversi livelli, tese non solo ad arginarlo ma, soprattutto, a creare solide basi culturali per la sua auspicabile eliminazione. La scuola e tutte le istituzioni sono chiamate a impegnarsi in prima linea nella promozione di una cultura di contrasto alla violenza di genere, cui si fa esplicitamente riferimento nell’articolo 1, comma 16, della legge 107/2015: occorre “attuare i principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni”.

La consigliera di parità si è mossa in linea con il ministero dell’Istruzione, che a fine ottobre 2017, ha pubblicato un Piano nazionale per promuovere nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione al rispetto, per contrastare ogni forma di violenza e discriminazione e favorire il superamento di pregiudizi e disuguaglianze, secondo i principi espressi dall’articolo 3 della Costituzione italiana. “In attuazione del Piano – continua Urrai - sono state messe a punto da un gruppo di esperti, istituito dal Miur, le linee guida per l’attuazione del comma 16 della legge 107”, che ritiene “l’educazione contro ogni tipo di discriminazione e per promuovere il rispetto delle differenze fondamentale nell’ambito delle competenze che alunne e alunni devono acquisire come parte essenziale dell’educazione alla cittadinanza.” Le azioni che saranno promosse tra Nuorese e Ogliastra “mirano – sono parole della consigliera di parità - alle fasce più giovani della popolazione, a partire se possibile dalle scuole dell'infanzia e primarie, per concentrare il massimo sforzo nelle scuole secondarie di primo e secondo grado”.

L’associazione che porterà avanti il progetto sul campo dovrà appunto muoversi all’interno di questo orientamento educativo e in accordo con le indicazioni ministeriali, “promuovendo azioni di sensibilizzazione in tema di Pari Opportunità, a livello locale e non solo”. Incontri e dibattiti saranno all’ordine del giorno, così come sarà promossa la divulgazione di materiale informativo.

In una terra come la provincia di Nuoro dove il problema delle discriminazioni e della violenza sulle donne è particolarmente sentito, iniziative come queste non possono che servire per restituire fiducia e porre le basi educative per una svolta. Tortolì, nel maggio scorso, ha pianto un ragazzo (Mirko Farci) ucciso perché ha difeso sua madre da un aguzzino. A Nuoro, tre anni fa, Romina Meloni, una giovane donna, fu assassinata dal suo ex che cercò di uccidere anche l’allora compagno della vittima. E chi non ricorda l’efferato delitto di Dina Dore, trucidata a Gavoi su ordine – dice una sentenza passata in giudicato – del marito Francesco Rocca?

Dina Dore, uccisa a Gavoi su ordine del marito (foto L'Unione Sarda)
Dina Dore, uccisa a Gavoi su ordine del marito (foto L'Unione Sarda)
Dina Dore, uccisa a Gavoi su ordine del marito (foto L'Unione Sarda)

Storie di sangue e di sopraffazione fisica ma non solo. È o non è sopraffazione negare un posto di lavoro o pregiudicare la carriera a una donna perché in maternità? Anche sul fronte dell’imprenditorialità femminile restano molti gli ostacoli da abbattere. Non è un caso che Lorena Urrai abbia voluto l’istituzione in Provincia di uno sportello di ascolto e consulenza per donne che aspirano ad avviare un’azienda. È successo che a molte imprenditrici siano state negate vantaggiose opportunità, è accaduto anche di recente a un’operatrice sanitaria di Aritzo di essere discriminata sul posto di lavoro. Le cronache oggi come ieri sono piene di queste vicende squallide e incredibili a un tempo.

La consigliera di parità della Provincia di Nuoro è stata nominata – sebbene con colpevole ritardo – proprio per far sì che certe storie non accadano più, che l’altra metà del cielo brilli di luce riflessa, che “mai più violate” non sia più soltanto un auspicio ma una rivoluzionaria certezza. In questo senso un segnale di speranza è arrivato di recente da Nuoro, in occasione dell’8 Marzo. All’Eliseo donne nuoresi in carriera hanno raccontato le loro storie di emancipazione e successi. Storie di un orgoglio che può sconfiggere il pregiudizio.    

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