La suggestione della tradizione, la magia della festa non basta. Questo da solo non spiega perché il Rimedio è meta di pace e preghiera per almeno 50.000 sardi. L'8 settembre pioggia o sole, questo popolo sente il desiderio di arrivare ai piedi della Madonna del Rimedio, a significare che qualcosa di straordinario succede. E sino a quest'anno, nello stesso giorno, si ripete nell'antica Nuracraba; di quel villaggio niente più resta, il tempo ha cancellato tutto meno la stazione sacra dedicata alla Signora del Rimedio. L'umile chiesetta del '700 con gli anni è stata ampliata ma non abbastanza per contenere la folla che vede nella Vergine, incoronata dal Cardinale Tedeschini 50 anni ad oggi, "il rimedio di ogni male". Questo appunto sino al 2019. Quest'anno la paura della seconda ondata del Covid ha avuto la meglio. Magari non fermerà il popolo dei fedeli in cammino ma sicuramente blocca tutto ciò che circonda quella basilica: oltre sessanta bancarelle che in quei tre giorni vendevano di tutto un po'. A partire dagli arrosti dei muggini e anguille, o dei maialetti: richiami che invece mettevano in marcia un popolo affamato di cibo e vernaccia. Esistono infatti due feste in una al Rimedio: quella cristiana e quella pagana.

Quest'anno la festa religiosa sarà diversa da sempre, dalla tradizione. Dalle 5 del mattino fino a tarda sera ogni ora una messa e a ogni messa una folla che non ha paragoni non ci sarà. Chi vuole seguire novene e messe deve registrarsi online (e non solo) e presentarsi in chiesa con un biglietto.

«Visto il protocollo delle norme sul contenimento e gestione del Covid-19 e sulla base delle indicazioni avute sia dal Comune di Oristano che dalla Questura», puntualizza il rettore della Basilica, monsignor Vincenzo Curreli, la novena e la festa si svolgeranno in maniera diversa. Sarà fondamentale prenotarsi, «tenendo conto che i posti disponibili per ogni celebrazione sono 130». Le prenotazioni Sono due i canali per potersi prenotare e partecipare così alla celebrazione. Il primo «sul sito web www.madonnadelrimedio.it "Novena e Festa 2020 Prenota un posto in chiesa", scegliendo nel calendario il giorno e, seguendo le istruzioni, bisogna compilare il modulo e stampare il biglietto da esibire all'ingresso in Basilica», specifica monsignor Curreli. E nel giro di pochi giorni si sono raggiunte le tremila prenotazioni. Una svolta moderna che non scalfisce però il potere di questa festa.

"Tesoriera celestiale, divina dispensadora, alcanzadenos Segnora, Rimediu pro dogni male", si continuerà a cantare da dentro la Basilica. E di mali la Madonna ne ha rimediato tantissimi. Non potendo più la sacristia ospitare i segni delle grazie, gli ex voto sono stati trasformati in piccole lastre che tappezzano la chiesa. Ogni lastra una grazia, un miracolo. Cinquant'anni fa il grande Romolo Concas raccontò su L'Unione Sarda la guarigione di un vecchietto di Tramatza.

"Sentì una voce: alzati e cammina". E quel contadino lasciò le stampelle con la quali si trascinava da 15 anni e si recò da solo davanti alla statua della Madonna. Una delle tante grazie dispensate ai sardi e agli oristanesi che tutto e tutti possono seppellire nella memoria ma mai, neppure per un solo istante, la Madonna. Gli oristanesi l'hanno invocata nei momenti più tristi, durante guerre e pestilenze, quando dal cielo non cadeva una goccia d'acqua e le cavallette distruggevano i raccolti. Quando nelle case di "Su Brugu" mancava il pane e i giovani chiudevano la valigie di cartone per riaprile nelle miniere del Belgio e negli altiforni della Germania. Quando anche la speranza sembrava annullarsi nella desolazione più cupa la mano della Madonna del Rimedio si è stesa e quel popolo stanco ha trovato la forza di rimettersi in cammino. La pregano poveri e ricchi, vecchi e giovani, malati, chi cerca un posto di lavoro e chi lotta per salvarlo. E quest'anno gli oristanesi la invocheranno anche perché si trovi il prima possibile un rimedio anche al coronavirus.

Covid che invece ha spazzato l'altro lato della festa, quello pagano. Non ci saranno più bancarelle, non si alzeranno dall'alba i profumi degli arrosti, non ci saranno più oristanesi, e non solo, che torneranno a casa con un pezzo di torrone.

Il Comune di Oristano quest'anno non ha rilasciato autorizzazioni agli ambulanti, circa una sessantina che ogni anno arrivavano da tutta l'Isola. "Una scelta che ci ha spiazzato - ha detto giorni fa Stefano Orrù, che vende prelibatezze per i golosi di dolci - pensavamo ci dessero l'autorizzazione visto che altri eventi si sono svolti, compresa Torregrande dove sul lungomare sono andate in scena diverse sagre".

"Il Rimedio è da sempre un'occasione importante per tutti noi - ha ribadito Ivan Porcu, ambulante - è la festa di Oristano come la Sartiglia: la aspettiamo tutti, quest'anno avrebbe avuto un valore diverso proprio perché è un periodo difficile. Credo la festa del Rimedio si sarebbe potuta gestire proprio come si sta facendo a Torregrande; se ci avessero consultato ci saremmo potuti organizzare e invece non siamo stati coinvolti". A stretto giro di posta la replica del sindaco Andrea Lutzu: "La richiesta per gli eventi nella borgata marina risale a due mesi fa, quando i contagi erano pari a zero. Adesso la situazione è cambiata completamente, sta diventando di nuovo critica tant'è vero che sono stati annullati anche altri eventi. Dispiace per gli ambulanti perché sappiamo bene che per loro è un'occasione importante ma sarebbe troppo rischioso".
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