Sberleffi al potere, in tutte le sue forme, nati in clandestinità nelle periferie urbane e ormai entrati nel circuito dei musei dopo essere stati ufficialmente accolti in molti spazi delle nostre città, anche quelle sarde: la street art racconta il mondo contemporaneo con le sue contraddizioni. Guerre, disuguaglianze sociale, globalizzazione. Bologna, che dell’arte antagonista è uno dei centri pulsanti italiani, ospita in questi giorni (fino al 28 maggio ) a Palazzo Albergati “Jago, Bansky, Tv Boy e altre storie controcorrente”, una selezione di sessanta opere di alcuni tra i più rappresentativi artisti contemporanei. Dalla bambina col palloncino che, in una sua versione incorniciata, è stata triturata durante un’asta da Sotheby’s con un dispositivo nascosto da Bansky nel telaio, all’ultima cena sotto il marchio del Mac donald di Tv Boy alias Salvatore Beninfede, al papa Benedetto XVI realizzato in marmo di Carrara, e poi letteralmente spogliato dopo la rinuncia scolpito da Jago.

Il mito di Bansky

Girl with Balloon di Bansky
Girl with Balloon di Bansky
Girl with Balloon di Bansky

Because i’m worthless, perchè sono inutile: è la scritta, cartello-proclama portato da un topolino, che accoglie nel mondo di Bansky, il più iconico e noto su scala planetaria dei profeti della street art. Identità mai svelata, ma ci sono diverse ipotesi, nato a Bristol nel 1970, per i suoi murales adotta la tecnica dello stencil. Un tratto distintivo che pare sia stato in origine scelto per motivi di velocità nell’esecuzione. Gran parte del lavoro è svolto in studio per la realizzazione della mascherina rigida che poi viene poggiata sulla superficie e dipinta spruzzando il colore negli spazi vuoti. Il tempo in strada si riduce così a 15 minuti e la possibità di essere bloccati, rischio professionale dei writers, è minimo. Lo stencil consente anche la riproduzione in serie della stessa opera.

È il caso di Girl with balloon, una delle opere esposte nella mostra di Bologna, che raffigura una ragazzina in bianco e nero con la mano tesa verso un palloncino rosso a forma di cuore. Compare per la prima volta a Londra nel 2002 nelle scale del Waterloo Bridge e poi in diverse campagne sociali, in Cisgiordania, a supporto dei rifugiati siriani e durante le elezioni britanniche del 2017. Il tema del pacifismo è anche al centro di altre due opere inserite nella selezione di Palazzo Albergati, Bomb love con una bambina su sfondo rosa che abbraccia una bomba e Cnd soldier con due soldati intenti a dipingere sul muro un simbolo della pace rosso.

Jago e il Papa spogliato

Habemus Hominem, opera di Jago
Habemus Hominem, opera di Jago
Habemus Hominem, opera di Jago

Il marmo bianco di Carrara è la materia dalla quale scaturiscono le opere di Jago, pseudonimo di Jacopo Cardillo, nato ad Anagni nel 1987. Habemus hominem è una delle sorprendenti opere dello scultore che ha esordito a 24 anni – con la benedizione di Vittorio Sgarbi - alla Biennale di Venezia. Il busto nudo di Ratzinger è il frutto di una letterale svestizione, operata con lo scalpello, dopo le dimissioni, del busto coperto dalla veste pontificia di Benedetto XVI ispirato al ritratto di Pio XI di Adolfo Wildt realizzato nel 2012. In mostra l’opera originale e il video con tutte le fasi della sua realizzazione, il mezzo usato dall’artista per comunicare con il suo pubblico. Rivoluzionario non tanto nella forma (c’è chi lo chiama il nuovo Michelangelo) ma nel messaggio come il corpo di donna, un nudo non giovane e tutt’altro che perfetto ma reale di una Venere non canonica.

Lo sberleffo di Tv Boy

Ultima cena al Mc Donald's nell'opera di Tv Boy
Ultima cena al Mc Donald's nell'opera di Tv Boy
Ultima cena al Mc Donald's nell'opera di Tv Boy

I due innamorati che si baciano con la mascherina, citazione del Bacio di Francesco Hayez, simbolo potente dell’era Covid, è una delle opere recenti più note di Tv boy, alter ego di Salvatore Beninfede, palermitano classe 1980, una carriera iniziata a Milano e proseguita – con fulcro a Barcellona – su scala internazionale. I temi globali si intrecciano a quelli italiani, c’è la globalizzazione con L’ultima cena sormontata dal marchio Mac Donald’s, una Chiara Ferragni in versione Madonna con bambino, Gino Strada con la scritta Stop War comparso alcuni mesi fa su un muro di Milano e un contemporaneo Leonardo Da Vinci abbracciato con la Gioconda nell’immagine A Second Renaissance che l’aeroporto di Fiumicino ha scelto per la ripartenza.  Tv Boy ha esposto anche in Sardegna, a Porto Cervo, nel 2014 nella mostra Pop Up revolution affiancato a grandi portagonisti dell’arte contemporanea internazionale come Andy Warhol e Kaith Haring che sono tra i suoi punti di riferimento.

“Quando vai in una galleria d’arte sei semplicemente un turista che guarda la bacheca dei trofei di un ristretto numero di milionari”: è una citazione di Bansky. Le mostre della street art sovvertono il punto di vista, portando al museo ciò che è già a disposizione di tutti sui muri.

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