Sul fronte delle tariffe non arrivano solo brutte notizie: i prezzi dei biglietti aerei in regime di continuità territoriale scenderanno di un euro a tratta. Dal 30 marzo un biglietto di andata e ritorno verso Roma costerà circa 150 euro (con qualche piccola differenza a seconda che si parta da Cagliari, Olbia o Alghero, a causa delle diverse tasse aeroportuali) e circa 160 euro verso Milano.  L’aggiornamento dei listini fatto dal Ministero delle Infrastrutture questa volta non riserva brutte sorprese, anzi: la Direzione generale per gli aeroporti e il trasporto aereo ha stabilito che dalla prossima stagione aeronautica estiva il conto totale dei voli a regime agevolato sarà inferiore. I collegamenti tra gli aeroporti sardi e Fiumicino costeranno 47,42 euro più tasse, contro i 48,17 euro di adesso. Le rotte tra l’Isola e Linate invece scenderanno dagli attuali 58,05 euro a 57,15 euro, a cui vanno sempre aggiunte le tasse aeroportuali.

Il calo dei prezzi è legato alle quotazioni del carburante per aerei. Anche se le modifiche non avvengono in tempo reale ma solitamente con sei mesi di ritardo. Il decreto del ministero spiega che «la media delle quotazioni mensili del jet fuel relativi al 2° semestre 2024 è variata del –10,90 %, rispetto alla media delle quotazioni mensili del 1° semestre 2024». E dunque è stato deciso l’aggiornamento al ribasso delle tariffe riservate ai residenti nell’Isola. Il nuovo listino è stato comunicato alla Regione alla fine di febbraio. Ma quanto influisce il prezzo del jet fuel sull’equilibrio economico dei voli sardi? Il dato è variabile, ogni compagnia ha i suoi schemi, ma una risposta si trova nel decreto con cui il ministero regola la continuità territoriale: «l’incidenza del costo del carburante» è scritto nel documento pubblicato proprio un anno fa, «è attualmente pari al 16,38%». I passeggeri devono fare i conti anche con le tasse aeroportuali, che si aggiungono alla prezzo del volo e si pagano in base all’aeroporto in cui avviene il decollo. 

La fetta più consistente è quella dei diritti d’imbarco, che le società di gestione incassano per i servizi generali offerti. Da ogni viaggiatore si cerca di ricavare il massimo. Anche i controlli all’imbarco vengono messi in conto ai passeggeri: il varco metal detector costa 2,72 euro di «diritti di sicurezza». E i bagagli da stiva? Ogni scansione ai raggi X incide per una cifra che può arrivare fino a 2,15 euro. Ancora: i servizi per i passeggeri a mobilità ridotta garantiti dalle società di gestione aeroportuale vengono ricaricati su tutti i biglietti. Infine l’addizionale comunale e l’Iva, che in questo caso è una tassa sulla tassa.

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