Bullismo e cyberbullismo, i numeri di un’emergenza sociale
L’Istat: il 68,5% dei ragazzi 11-19enni dichiara di aver subìto, in un anno, un qualche episodio sia online che offlinePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Non tutti si possono salvare ascoltando Renato Zero. La tragica vicenda di Paolo Mendico, suicida a 14 anni il giorno prima di far ritorno a scuola è sola l’ultima sconfitta di un’istituzione che non riesce a tutelare i più deboli. Le denunce inascoltate da parte dei genitori, oggetto di un’inchiesta da parte della magistratura fanno emergere un quadro a tinte fosche da un paese qualsiasi che potrebbe essere il nostro. A fine giugno l’Istat ha pubblicato il rapporto 2025 su bullismo e cyberbullismo. La situazione è di una gravità tale da richiedere interventi strutturali, ma il problema non sembra essere una priorità. Alcuni dei dati principali.
L’indagine “Bambini e ragazzi: comportamenti, atteggiamenti e progetti futuri”, condotta nel 2023, ha coinvolto un campione di 39.214 individui, rappresentativo dei 5 milioni e 140mila ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 19 anni residenti in Italia.
Il 68,5% dei ragazzi 11-19enni dichiara di aver subìto, nei 12 mesi precedenti, un qualche episodio offensivo, aggressivo, diffamatorio o di esclusione sia online che offline.
I maschi dichiarano di aver subìto atti di bullismo più delle femmine (21,5% contro 20,5%). La cadenza più che mensile degli eventi vessatori subìti si riscontra soprattutto tra i giovanissimi (ne è stato vittima il 23,7% degli 11-13enni) piuttosto che tra i 14-19enni (19,8%). Le denunce di atti vessatori arrivano più dal Nord che dal Sud, dove entrano in gioco fattori culturali.
Nel dettaglio: gli atti di bullismo hanno interessato il 22,1% dei ragazzi del Nord-est, il 21,6% di quelli del Nord-ovest e il 21% di quelli del Centro; più contenuta la quota tra i giovani residenti nel Mezzogiorno (20%).
Le azioni violente e vessatorie sono tradizionalmente classificate in “dirette” e “indirette”, in attacchi frontali o senza “contatto”. Suddividendo ulteriormente si può parlare di due sotto categorie,
l’una riferita agli attacchi “verbali”, l’altra agli attacchi “fisici”. Di fatto, sono le azioni dirette, nella forma delle offese e degli insulti, ad essere denunciate più frequentemente dagli 11-19enni. Più della metà - riferisce Istat - dei ragazzi (55,7%) si è sentita, almeno una volta, offesa o insultata nell’anno precedente mentre le minacce e le aggressioni hanno riguardato circa 11 ragazzi su 100. Tra le forme indirette spicca l’esclusione/emarginazione che è avvertita almeno una volta dal 43% dei giovani; la diffamazione ha riguardato, invece, quasi un ragazzo su quattro.
I maschi vittime di offese continue sono il 16% (contro il 12,3% riscontrato tra le ragazze), mentre le 11-19enni ripetutamente escluse durante l’anno sono il 12,2% (i ragazzi lo sono nell’8,5% dei casi).
Le violenze fisiche aumentano con l’età dei ragazzi. Si differenziano nelle fasce tra 11/13 anni (minacce, insulti e diffamazioni almeno una volta l’anno per il 58 per cento) e 14/19 anni (minacce e aggressioni per l’11,2 del collettivo).
La diffamazione è massima tra i maschi 11-13enni, sperimentata almeno una volta nel 28% dei casi; all’opposto, tocca il minimo tra le ragazze di età compresa tra i 14 e i 19 anni (22 diffamate ogni 100 ragazze). Le minacce e/o le aggressioni fisiche colpiscono soprattutto i maschi 14-19enni (14,8% del collettivo), sono invece molto meno diffuse (5,5%) tra le ragazze 11-13enni. Qui la differenza tra maschi e femmine è molto marcata.
Altra emergenza è rappresentata dal cyberbullismo. Fenomeno che tocca soprattutto gli adolescenti.
oltre il 90% dei giovani 11-19enni ha dichiarato di trascorrere almeno un paio di ore al giorno su internet.
Il cyberbullismo si avvale delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (invio di messaggi offensivi, insulti o di foto umilianti tramite sms, e-mail, chat o social network) per molestare una persona per un periodo più o meno lungo.
Secondo l’Istat il 30,1% degli 11-19enni abbia dichiarato di aver subìto atti vessatori sia offline sia online. Ad essere stato vittima di atti esclusivamente online è il 3,8% dei ragazzi. Da ciò deriva che i ragazzi che hanno dichiarato di aver subìto, nel corso del 2023, un qualche comportamento oltraggioso online ammontano a circa il 34%: decisamente più i maschi che le femmine, con una differenza di 7 punti percentuali. Ancora una volta i ragazzi sono più colpiti delle ragazze, anche in termini di esclusione/emarginazione (19% contro 16,6%). Con riferimento alle offese e agli insulti la forbice si allarga di 7 punti percentuali per i maschi. I maschi che si dichiarano più oltraggiati nel tempo sono certo di più delle donne: più volte al mese nell’8,9% dei casi contro il 6,6% delle femmine (7,8% nell’insieme). La denuncia del fratello del povero Paolo, che ha parlato di un paese intero che bullizza, esclude, diffama, disegna un quadro desolante. In cui è plausibile pensare che la situazione sia peggiore di quella descritta dai dati.