Automobilisti incoscienti e strade indecenti
Gli incidenti mortali si ripetono con frequenza allarmante. La responsabilità principale è dei conducenti, ma quanto può incidere in certe disgrazie la condizione (pessima) delle carreggiate nell’Isola?Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
A ogni incidente stradale mortale si apre l’inevitabile dibattito: colpa della strada o di chi guida in modo imprudente? Detto che purtroppo certi episodi avvengono anche per fatalità, in tutti gli altri casi scatta la contrapposizione tra chi parla di strade killer e chi addebita la responsabilità unica agli automobilisti incoscienti. «Non sono le strade a uccidere ma le persone», è la critica più diffusa rivolta a chi sottolinea le pessime condizioni di certe strisce d’asfalto in Sardegna.
Opinione giustificata ma a nostro parere incompleta. Chiunque nell’Isola percorra una Statale, una Provinciale o una Comunale sa cosa significhi avere a che fare con scarsa luminosità, fondo sconnesso e spesso sbriciolato, incroci a raso anche in curva, rotatorie piccole e poco visibili, segnaletica orizzontale e verticale insufficiente se non assente, mancanza di marciapiedi e adeguate cunette, pendenza non in grado di far defluire l’acqua piovana che, così, crea pozze sull’asfalto e problemi all’aderenza degli pneumatici. Si potrebbe andare avanti.
Una strada divisa in due
Ciò che interessa in questa sede è in particolare la Provinciale 15, spesso protagonista di alcuni episodi di cronaca: una due corsie che collega la Statale 554 a Settimo San Pietro (un tratto di circa 2,5 chilometri) e a Maracalagonis in provincia di Cagliari (più o meno 6 chilometri), trafficata, circondata di edifici industriali e commerciali, poco luminosa nel tratto iniziale e anche più buia e insicura nella seconda parte.
Proprio nel rettilineo che collega il semaforo della Statale con la rotatoria tra le vie Edison e Franklin la notte di lunedì 10 novembre un ragazzo di 27 anni ha perso la vita a causa dell’impatto tra lo scooter guidato dal cugino, diretto verso la 4 corsie, e un’auto che, proveniente dalla parte opposta, svoltava alla sua sinistra per entrare in via Archimede, prima traversa della zona industriale di Selargius per chi arriva dalla 554.
Quella stessa sera, una decina di chilometri più a est, uno scontro frontale tra due auto poteva provocare un altro morto: molti automobilisti, vista la circolazione bloccata a causa del primo incidente, hanno allungato il percorso e, percorrendo prima la 554 e quindi la vecchia 125 costeggiando il Simbirizzi, sono rientrati sulla Provinciale 15 all’altezza del bivio di Gannì dirigendosi verso Marcalagonis e qui, dove la strada curva a sinistra e si trova l’incrocio con via Nazionale, è avvenuto lo scontro: un’utilitaria che percorreva quest’ultima strada avrebbe bruciato lo stop (invadendo la corsia opposta) schiantandosi quasi frontalmente con una berlina che arrivava dalla parte opposta. Risultato: due feriti, due ambulanze, carabinieri in azione, traffico bloccato.
Il parere
Dopo la disgrazia del 10 novembre Andrea Murru dell’Associazione italiana familiari e vittime delle strade di Cagliari ha spiegato all’Unione Sarda che «non può esistere un solo colpevole, ma le condizioni carenti della nostra rete stradale hanno di certo un ruolo centrale nella casistica sugli incidenti. Sulle manutenzioni a singhiozzo ogni Governo rimpalla le responsabilità al precedente e ogni Comune dà la colpa all’Anas, mentre le croci si sommano sulle nostre strade». E se «le statistiche» sono chiare nel sostenere che «gli incidenti stradali accadono per colpa della disattenzione alla guida, della stanchezza dei lavoratori, dall’influenza di droghe e alcol», non si può scartare l’elemento della «pericolosità delle strade. Paghiamo un insieme di criticità del sistema che non ci fanno fare un salto di qualità. Senza dimenticare la fatiscenza di alcune strade locali, che sebbene trafficate, non garantiscono gli standard minimi di affidabilità».
Ecco: standard minimi di affidabilità. Per restare all’oggetto della nostra riflessione, esistono sulla Provinciale 15? La strada a due corsie, una per senso di marcia, decenni fa attraversava campi incolti e veniva percorsa da una mole ridotta di auto; oggi è cambiato tutto. Ai suoi lati sono sorte decine di attività tra officine auto, negozi di abbigliamento e arredamento, uffici di vario genere, imprese edili, concessionarie di veicoli, autolavaggi, ristoranti, centri commerciali, c’è perfino la sede delle aste giudiziarie. Una mole che comporta il passaggio di migliaia di macchine la mattina, il pomeriggio e la sera a fronte di una striscia di asfalto rimasta pressoché identica nelle dimensioni a quarant’anni fa.
Inferno di lamiere
Non c’è giorno in cui non si crei una coda lunga centinaia di metri a causa del semaforo sulla 554 (con gli automobilisti che creano una doppia fila dove c’è spazio solo per una e si piazzano proprio sotto il semaforo complicando spesso il passaggio di chi arriva dalla loro destra o frontalmente); due delle tre rotatorie che si trovano lungo il tracciato che porta a Settimo sono piccole e inadeguate a sopportare la mole del traffico, senza considerare che per arrivare alla seconda (all’altezza di via Dell’Unione Europea e della circonvallazione per Sinnai-Maracalagonis) il percorso non è rettilineo ma presenta una “esse” che la notte, al buio, è difficilmente visibile.
Tanto che in passato qualche auto è finita nella cunetta, mentre la prima è stata teatro di innumerevoli incidenti a causa della scarsa illuminazione, con parecchi veicoli andati a sbattere sul muro di un’attività di auto trasporto. Poco oltre, come già spiegato su questa rubrica qualche anno fa, il flusso del traffico diretto verso Settimo San Pietro si blocca di frequente a causa di chi deve svoltare a sinistra, dove è sorto un centro commerciale: nulla è cambiato.
Tutto bloccato
Basta un tamponamento, anche banale, ed è il caos su una via che mette in collegamento quattro centri importanti (Selargius, Settimo, Sinnai, Maracalagonis) e deve sopportare un carico di decine di migliaia di veicoli. Nel 2020 i pendolari diretti verso Cagliari ogni mattina erano più di 122mila. Cinque anni dopo la situazione è peggiorata, a fronte di una strada nelle stesse condizioni di allora.
Unica novità: è stato rifatto l’asfalto nel tratto iniziale. Per il resto: nei suoi due chilometri e mezzo sino a Settimo e negli altri sei (più o meno) sino a Maracalagonis l’illuminazione è scarsa e per lunghi tratti del tutto assente; dagli incroci a raso spuntano auto ben oltre la linea di stop e, lungo la circonvallazione, alcuni di questi incroci si trovano nel pieno di una curva; una rotatoria è troppo piccola e poco illuminata, la seconda ha due accessi quantomeno pericolosi e bui; la segnaletica orizzontale è quasi invisibile; il fondo stradale in molti tratti è sconnesso e pericoloso.
Quindi, prudenza alla guida è il primo passo; poter viaggiare su infrastrutture sicure è il secondo. Se manca uno dei due elementi, il percorso è a rischio. Le proteste e le segnalazioni si ripetono ma non si è a conoscenza di interventi che, a breve, possano migliorare la situazione. Perché la viabilità non sembra così importante, anche se ci sono in gioco vite umane. La politica, chi amministra la cosa pubblica, pare avere altro cui pensare.
