La doccia fredda è arrivata mercoledì, quando la Prima Sezione del Tar per la Sardegna ha respinto il ricorso della Federhockey contro il Comune di Suelli.

In sintesi, l'impianto sportivo resta chiuso e il Suelli è senza campo, a un mese e mezzo dalla ripresa del campionato di hockey su prato. Il Comune aveva disposto, con un'ordinanza urgente la chiusura immediata (era il 27 novembre scorso) di gradinate, campo e spogliatoi, per motivi di "sicurezza e ordine pubblico".

Dietro c'è la "guerra delle utenze", che il Comune reclama alla Federazione, che dal canto suo non intende farsi carico di oneri di tutta la parte sportiva, e non solo, dell'impianto. Intanto restano funzionanti le altre strutture, come tennis e calcio a cinque.

"Le sentenze si rispettano, anche se qualcosa non convince", Luca Pisano, il presidente del Suelli non ha parole per descrivere la situazione della sua società.

L'attività giovanile è ferma, la prima squadra si allena, insieme alle ragazze della A2, due volte alla settimana a Senorbì in un campo di calcio a cinque, oltre una seduta in palestra. Il gruppo degli argentini ha già fatto sapere che in assenza di certezze troverà altre sistemazioni.

L'attività nelle scuole nel distretto della Trexenta continua (seguita da Alessandro Giglio e Fabio Vargiu), ma è senza sbocchi per chi vorrebbe dedicare più tempo all'hockey.

Per Pisano il quadro è desolante: "Stavamo diventando una società che aggregava i giovani della Trexenta, ora quei ragazzi possiamo considerarli dispersi. La squadra di A1 maschile, o quello che resterà, non potrà mantenere i livelli degli ultimi dodici anni. Prima di tutto dobbiamo capire dove giocare, anche se non manca la disponibilità delle altre società".

"L'amaro in bocca resta", prosegue Luca Pisano, "quando vediamo che gli spogliatoi sotto la gradinata (quella chiusa dal provvedimento comunale) sono stati assegnati a una società di tennis, a un giusto prezzo simbolico, ben diverso dai 6.000 euro l'anno che vengono chiesti al Suelli per campo, gradinate e spogliatoi".

La Federazione intanto prosegue nell'opera di mediazione, offrendo la disponibilità a recuperare le condizioni di sicurezza.

Che ne sarà dell'HC Suelli? La sentenza del presidente non lascia intravedere ottimismo: "Temo proprio che stavolta siamo al capolinea. E non per nostra decisione. Nonostante ciò che abbiamo fatto in venti anni per i giovani del paese e ora della Trexenta. Nonostante un gruppo di ragazzi del posto abbia assicurato visibilità sportiva e titoli nei giornali ad un centro di 1200 anime".

E così si annebbiano anche i ricordi di quelle 400 persone che invasero festose lo stadio Amsicora ai tempi della finale scudetto. Era il 2004, ora sembra un'eternità, una foto sbiadita dimenticata in un cassetto.
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