Ci siamo, il conto alla rovescia è iniziato. 

Domani si celebra la grande giornata dello sport azzurro a Londra. 

Prima tocca a Matteo Berrettini, che alle 15 italiane sarà impegnato nella finale di Wimbledon contro il numero uno del mondo Novak Djokovic. Comunque vada, il tennista romano è già entrato nella storia: è il primo italiano a centrare la finale sui prati di Londra, nella 134esima edizione del torneo certamente più prestigioso e affascinante.

Cerchèrà l’impresa contro il campione serbo, che insegue i record di Federer e Nadal e il Grande Slam, avendo vinto i primi due major stagionali a Melbourne e Parigi.

La partita è di quelle che appaiono proibitive, ma Berrettini ha già dimostrato di saper mettere in difficoltà Djokovic ai quarti del Roland Garros, e le sue parole a caldo dopo la vittoria di ieri con Hurkacz lasciano intendere che il suo compito a Londra non è certo finito: “Ci proverò, il mio compito non finisce qui”.

Il numero uno del mondo ha vinto 5 volte Wimbledon, e dopo la sfida del Roland Garros ha definito “stressante” il gioco di Matteo, tanto che al termine di una partita combattutissima vinta in quattro set si è sfogato con un urlo che non ha lanciato neanche dopo le vittorie in semifinale con Nadal e in finale con Tsitsipas.

LA NAZIONALE – Se Berrettini è ormai fisso a Londra da circa un mese (prima di Wimbledon ha vinto il Queen’s), gli azzurri ci sono ritornati oggi. In mattinata lo sbarco all’aeroporto di Luton che ha dato il via al conto alla rovesca per la finalissima di Euro 2020, in programma domani sera a Wembley alle 21.

Il gruppo della Nazionale, accolto all'esterno dello scalo da un gruppetto di tifosi, ha raggiunto in pullman il centro sportivo del Tottenham, The Lodge, dove dopo un pomeriggio in relativo relax effettuerà l'ultimo allenamento intorno alle 19.

Nel gruppo c'è anche Leonardo Spinazzola, con le stampelle, reduce dall'intervento in Finlandia ma deciso a vivere fino all'ultimo l'avventura europea con i compagni.

L’Inghilterra attende un grande risultato da 55 anni (nel 1966 ha vinto il Mondiale, sua unica grande competizione internazionale), e la squadra di Roberto Mancini dovrà lottare anche contro i 60mila di Wembley.

Il ct dovrà sciogliere gli ultimi dubbi, ma l’undici titolare non dovrebbe discostarsi troppo da quello visto in semifinale contro la Spagna. Anzi, potrebbe essere praticamente identico con Donnarumma in porta, difesa da destra a sinistra con Di Lorenzo, Bonucci, Chiellini ed Emerson, Barella, Jorginho e Verratti in mezzo al campo e il trio Chiesa-Insigne-Immobile in avanti.

(Unioneonline/L)

L’arrivo degli azzurri a Firenze

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