Prima Ludwigsburg per 89-79, poi Trento per 80-73. Magari due vittorie non fanno ancora la prova di una Dinamo con un'identità precisa, ma sono due indizi che suggeriscono come il peggio sia alle spalle e d'ora in poi la squadra può avere più solidità e condurre una stagione meno anonima.

Adesso la formazione allenata da Piero Bucchi è equidistante dalla zona retrocessione, dove sono inchiodate a zero punti Brindisi e Treviso, e dai playoff, dove l'ottava è una Ea7 Milano in crisi.

Due gare non saranno risolutive, ma intanto i biancoblù hanno tenuto sotto gli 80 punti sia i tedeschi sia Trento, iniziando a mettere qualche toppa in una difesa che fino a una settimana fa era un colabrodo che concedeva quasi 90 punti di media.

«Il coach ha fatto degli aggiustamenti» ha detto Breein Tyree. Sicuramente li ha fatti in difesa, anche se inizialmente si è lasciato troppo spazio sull'arco. I quintetti dove ci sono almeno tre italiani sono quelli che difensivamente sembrano i più compatti, ma anche gli americani si stanno sforzando di più per capire posizione e meccanismi.

Non c'è l'infortunato Diop ma Gombauld nelle ultime gare ha tenuto costante l'alta produzione offensiva e si sta divertendo a intimidire con le sue stoppate. Il resto lo hanno fatto il quintetto piccolo con Treier da “5” che può cambiare su tutti e anche il sacrificio di McKinnie a rimbalzo e nella difesa dentro l'area.

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