“Welcome back, Let's run the city”: New York cerca di lasciarsi alle spalle i mesi bui della pandemia e torna a correre. Così la 50esima edizione della maratona più prestigiosa al mondo, dopo la pausa dello scorso anno, si è trasformata in una grande festa che ha celebrato il ritorno alla normalità della Grande Mela.

E, quasi a prolungare la strepitosa annata di successi per i nostri colori, un italiano va sul podio. Eyob Faniel, eritreo nazionalizzato italiano delle Fiamme Oro di Padova, arrivato terzo nella gara maschile vinta dal keniano Albert Korir. Anche la gara femminile va al Kenia, con il trionfo di Jepchirchir.

Ma a fare notizia, come sempre a New York, sono i mille colori, i sorrisi, le smorfie di stanchezza dei partecipanti e le ali di folla con cartelli, bandiere, applausi, urla, trombette e campanacci.

Finita la competizione tra professionisti la gara si trasforma in una grande festa, un evento folkloristico. Non importa il tempo che si impiega per compiere i 42 chilometri della corsa, ma per tutti, giovani e meno giovani, l'importante è arrivare fino in fiondo, anche camminando.

Una maratona in versione ridotta: poco più di 33mila i partecipanti, in gran parte americani visto che gli Usa solo nelle prossime ore riaprono i confini al resto del mondo. Hanno corso circa 200 italiani, come sempre la nostra è una delle delegazioni più numerose.

Dopo la riapertura a New York dei cinema, dei teatri di Broadway, delle arene e degli stadi, la maratona era l'ultimo tassello mancante, come sottolineano con orgoglio gli organizzatori e le autorità cittadine, il neo sindaco Eric Adams in prima fila.

E c'è stato spazio anche per la storia, visto che a tagliare il traguardo, tra calorosissimi applausi, è arrivato un veterano della corsa: Larry Trachtenberg, newyorkese di 77 anni, che a soli 16 anni partecipò alla prima mitica maratona della Grande Mela, quella del 13 settembre 1970.

(Unioneonline/L)

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