«Questa sera festeggerò, perché la Milano-Sanremo è speciale, e questo è un successo da ricordare perché l'ho ottenuto nel modo più bello».

Ha ragione Mathieu Van der Poel che, a distanza di 62 anni dal successo di nonno Raymond Poulidor, ha vinto la Classica di Primavera davanti a un grande Filippo Ganna e al rivale di sempre Wout Van Aert, che all'olandese ha subito reso onore delle armi ("non ho alcun rimpianto, perché è stato chiaro che oggi ha vinto il migliore"). Van der Poel è andato a prendersi la corsa troppe volte sfuggita a suo padre Adri rispondendo all'attacco sul Poggio, a 6.6 km dal traguardo, del favorito numero uno Tadej Pogacar (alla fine quarto) e poi scattando a sua volta un chilometro dopo. In precedenza la corsa era stata abbastanza noiosa con un paio di fughe di comprimari, poi i favoriti sono venuti fuori proprio nel momento, e nel modo, in cui erano più attesi. A dare la scossa, sul Poggio, è stato Pogacar, che dopo il gran lavoro svolto per lui dal compagno di squadra Wellens ha piazzato il suo scatto proprio nel tratto più duro.

Gli hanno resistito soltanto Van Aert, Van der Poel e un grande Ganna. Poi, prima dello scollinamento Van der Poel ha fatto la propria mossa trovando lo spazio giusto per andarsene guadagnando subito qualche metro. Pogacar non ce l'ha fatta a rispondergli, e nemmeno Van Aert, Ganna si è subito ripreso però era trpoppo tardi per tenere il passo dell'olandese («sulla salita potevo seguire Van der Poel - spiegherà poi -, ma avevo paura, non sapevo nemmeno io come avrebbero reagito le mie gambe»). Così il figlio e nipote d'arte se n'è andato a cogliere quella vittoria che desiderava fortemente nella città che quest'anno celebra il centenario della nascita di Italo Calvino, al quale ha intitolato il lungomare.

Per Van der Poel, fuoriclasse anche nel ciclocross, è la 41ª vittoria della carriera su strada. Lo sprint per il secondo posto è vinto da Ganna, ma è un piazzamento che lascia un po' di amaro in bocca all'olimpionico del quartetto di Tokyo. «Volevo dare qualcosa in più alla squadra che credeva in me. Sono felice per il secondo posto ma anche rammaricato - le sue parole ai microfoni di Rai Sport -, perché è l'ennesimo di questa stagione. Speriamo arrivi presto una vittoria su strada: ogni lasciata è persa. Comunque la gara di oggi mi dà morale per le prossime, e punto tutto sulla Roubaix».

Lo spera l'intero movimento ciclistico italiano, per continuare il sogno cominciato con Sonny Colbrelli, oggi presente, nella sua nuova vita, in un'auto di supporto della Bahrain-Victorious. 

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