Compie oggi 54 anni Jury Chechi, “il signore degli anelli”, straordinario ginnasta che negli anni ‘90 ha dominato appunto la specialità degli anelli.

Nato a Prato l’11 ottobre 1969, i genitori lo chiamano Jury in onore del cosmonauta russo Gagarin.

Grazie alla sorella e ai genitori che gli trasmettono la passione della ginnastica, il piccolo Jury si iscrive in palestra e ad appena otto anni vince il campionato regionale toscano.

Un predestinato, come confermerà l’incetta di medaglie che farà nella sua carriera: cinque ori e due bronzi mondiali, quattro ori e due bronzi europei, tre ori e un argento alle Universiadi, 13 ori e 3 argenti ai Giochi del Mediterraneo, un oro olimpico ad Atlanta ‘96 e un bronzo ad Atene ‘04.

Il suo più grande capolavoro lo fa alle Olimpiadi di Atlanta, quando riporta l’oro in Italia a 72 anni dalla vittoria di Francesco Martino a Parigi 1924.

Nel ‘97 annuncia il ritiro, torna alle competizioni due anni dopo per partecipare alle Olimpiadi di Sidney, che salta per un infortunio. Quando tutti pensavano a un ritiro definitivo, lui torna ad allenarsi nel 2003, per una promessa fatta al padre guarito da una malattia. A 34 anni partecipa alle Olimpiadi di Atene da portabandiera della spedizione azzurra: conquista il bronzo in una gara vinta dall’ellenico Dimosthenis Tampakos tra sospetti e veleni per la vittoria di un padrone di casa. Il successivo riesame della gara, fatto tre mesi dopo da una giuria neutrale, avrebbe attribuito la vittoria a Jury Chechi.

Finita la carriera sportiva, ha ricevuto la laurea honoris causa in Scienze motorie all'Università degli studi del Molise. Spesso è andato in tv come ospite e nel 2012 ha commentato le Olimpiadi di Londra. È stato anche consigliere comunale a Prato, nella lista dei Ds.

(Unioneonline/L)

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