Nell’Italia femminile di Palla Tamburello, campione del Mondo Indoor per la quarta volta, c’è anche tanta Sardegna. Della spedizione azzurra, infatti, hanno fatto parte il selezionatore Gianni Dessì (nel suo staff la preparatrice atletica Alessandra Sanna) e l’atleta Sara Daga, in arrivo direttamente dalla società Aeden Santa Giusta.

Il percorso. Sei squadre (Francia, Italia, Germania, Portogallo, Catalogna e Benin) al via della rassegna mondiale in rosa nella tre giorni disputata tra Valeggio sul Mincio, Guidizzolo, Monzambano e Volta Mantovana (province di Mantova e Verona), nel quale l’Italia si presentava come grande favorita della vigilia. L’avvio del girone di qualificazione è ottimo, senza patemi (5 vittorie su 5), così come la semifinale (13 a 1 alla Catalogna). La finale contro la Francia è combattuta. “Una partita giocata comunque molto bene – esordisce Dessì – molto equilibrata in avvio. Il punteggio ha poi favorito noi, dopo un inizio molto contratto”. Terminerà 13 a 5.

Le emozioni. Per Dessì è il quarto titolo mondiale a livello personale, il terzo con la nazionale femminile. “E’ 10 anni che mi alzo campione del mondo – scherza Dessì - Vivo tantissimo la partita, quei momenti di gara sono bellissimi. Gli istanti a fine partita dà grandi emozioni, poi abbiamo giocato in casa e c’era tanto tifo. È stato bellissimo”. Una soddisfazione doppia, in quanto arrivata dopo un deciso ricambio generazionale. “Sono molto contento – prosegue Dessì – perché sapevo dei rischi che andavo a prendere, con le tantissime giovani portate al Mondiale per rinnovare il gruppo”. Per Sara Daga, classe 2004, era la prima esperienza in maglia azzurra. “Era molto emozionata – commenta Dessì – nelle partite di qualificazione, ma ha fatto il suo”. A distanza di ore dalla fine, dalle parole della giovane atleta, quella emozione trapela ancora. “Prima di qualsiasi partita – conferma Daga – era tanta l’ansia. È una grande responsabilità quella che avevamo addosso, conquistare il quarto titolo. Alla fine la felicità è stata grandissima. È anche difficile da spiegare, si è davanti a tantissimo pubblico e devi fare in modo che siano orgogliosi di quello che vai a rappresentare”. Il momento del punto decisivo è ben stampato nella mente. “Quando abbiamo vinto – conclude – ci siamo abbracciate in mezzo al campo e festeggiato. Il futuro? Per il momento ci godiamo la vittoria, ma spero di far parte ancora a lungo del gruppo della nazionale”.

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