Domenica scorsa contro l'Arbus ha compiuto 300 candeline in panchina con la sua squadra Simone Marini, 50 anni, allenatore del San Teodoro Porto Rotondo.

Formazione calcistica nata questa stagione con la fusione tra le due società e che è stata affidata al tecnico genovese, per tante stagioni precedenti alla guida dell'ex sodalizio olbiese. Un grande attestato di fiducia per l'ex difensore (tra le altre) di Trento, Aosta, Arzachena, Tavolara e Calangianus.

Ormai, data la sua lunga permanenza, sardo di adozione. Per Simone Marini qualche momento di commozione per la maglia viola numero 300 donata, prima della gara, a nome della società, dal direttore generale Marco Iacomino, suo ex compagno di squadra. In campo e dalle tribune sono scrosciati gli applausi sinceri per un grande uomo di sport.

"Per me è stato un onore questo riconoscimento - commenta Marini -. Tanti anni nel Porto Rotondo e ora nella nuova società. Stagioni soprattutto dedicate ai giovani. Ne ho visto crescere parecchi e questo mi riempie di orgoglio. La società inoltre mi ha supportato nei giorni più difficili - continua - e di ciò sono davvero grato. Non capita sempre. Ci siamo tolti anche delle belle soddisfazioni. Come la vittoria del campionato di Promozione nel 2016-2017 e la miracolosa salvezza dell'annata successiva, quando nei play out contro Stintino e Tonara ci davano tutti per spacciati. Poi i duri anni della pandemia. Sino a questa stagione, in cui stiamo facendo molto bene, con un ottimo quinto posto in classifica, nel rispetto dei programmi dirigenziali. Io nel frattempo cerco di continuare ad allenare col solito entusiasmo. Cercando - conclude - di trasmettere ai giocatori i miei valori tecnici. Ma soprattutto sportivi e umani".

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