Mario Piga: “Io e mio fratello Marco siamo una persona sola”
Incita il Cagliari: “Deve reagire subito alla sconfitta di Ferrara”. Sulla Torres: “Ha una delle migliori dirigenze della storia del club”Nella foto i gemelli Piga (a destra Mario) in una splendida insenatura presso Palau (foto concessa da Mario Piga)
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Mario Piga da Palau, 66 anni, ala e centrocampista, è stato uno dei calciatori sardi più famosi della storia. Nel 1980-81, con la maglia dell'Avellino (di cui è il giocatore del secolo) entrò nella top 11 della serie A, primo nel ruolo di ala destra, davanti a calciatori del calibro di Franco Causio, Bruno Conti e Claudio Sala. Brevilineo e compatto, scattante e con gran visione di gioco, Mario Piga ha giocato tra le altre squadre nel Palermo, Perugia, Lazio, Lucchese e Torres. Con il gemello Marco ha costituito un tandem calcistico e umano straordinario: unico nel panorama calcistico italiano.
Cosa fa Mario Piga oggi?
Mi godo la pensione a Palau, la mia amata cittadina natia. Vado a pesca con mio fratello Marco e mi alleno ancora, per tenermi in forma, dopo qualche problema fisico. Seguo naturalmente il calcio, a tutti i livelli.
Come giudica il momento del Cagliari?
La retrocessione è stata un brutto colpo per tutti. Cagliari merita la serie A, ma ora bisogna adattarsi alla nuova realtà della B e reagire subito alla sconfitta di Ferrara
Cosa pensa dell'operato del presidente Giulini?
Il presidente è un ruolo difficile e Giulini deve fare esperienza. Io ad esempio la stagione scorsa non avrei mandato via Mazzarri a poche giornate dalla fine. Ma la colpa non è solo dei presidenti e allenatori. È anche dei giocatori. Ho trovato ad esempio sconcertante la prova dei rossoblù contro il Venezia, nell'ultima partita di campionato. Uno 0-0 senza nerbo. Inaccettabile
La sua Torres invece è ritornata tra i professionisti.
Finalmente. Ora a Sassari al timone della squadra c'è una delle dirigenze più solide della storia della compagine. Si può tornare ai tempi del presidentissimo Rubattu, in quella Torres dove si mise in luce un certo Zola.
È vero che fu lei a spingere sul tecnico Bebo Leonardi per farlo giocare titolare?
Si, fummo specialmente io, Petrella ed Ennas a "consigliare" l'allenatore. All'inizio non si fidava di Zola, diceva che non dava sufficiente copertura. Ma quando io e Petrella promettemmo a Bebo maggiore sacrificio a centrocampo si convinse. Fu la fortuna per tutti.
Però fu Mario Piga, il 7 giugno 1987 ad Alessandria,a siglare il gol decisivo della promozione in C1.
Una soddisfazione enorme, un esodo di tifosi. Tuttavia feci altri gol promozione decisivi. Il più famoso l'11 giugno 1978 al Marassi contro la Sampdoria. Giocavo con i lupi dell'Avellino e quella rete significò la seria A per gli irpini. Ad Avellino nessuno ha dimenticato quella giornata.
Quanto è cambiato il calcio da quei tempi?
Tantissimo. Prima c'erano grandi valori tecnici. Ora vedo pochi italiani saltare l'uomo. Perché è sparito il calcio di strada e molti tecnici delle scuole calcio sono impreparati. Inoltre il calcio professionistico è rovinato da certi procuratori e dai contratti pluriennali, che annullano le motivazioni dei calciatori.
Qual è il giocatore più forte con cui ha giocato insieme?
Indubbiamente il danese Michael Laudrup, ai tempi della Lazio. Era giovane, tecnico e imprendibile, anche se in quella stagione si nascondeva un po' in trasferta.
E il giocatore più forte che ha incontrato?
Superiori a tutti Platini, Falcao e Zico. Io marcai in un Lazio - Udinese quest'ultimo. Me lo chiede l'allenatore Carosi. Andò bene e vincemmo 1-0.
Una gioia anche dal Palau, ripescato in Prima categoria.
Anche questa una bella notizia. A Palau ho iniziato la mia carriera. Mi fecero esordire in Prima Categoria a Tempio: avevo 14 anni e falsificarono il cartellino. Ora lo posso dire. Sono passati più di 50 anni.
Col suo gemello Marco continuate ad avere uno stretto connubio?
Io e lui siamo una persona sola. Se lui si ammala anche io lo sono. E viceversa. Abbiamo giocato insieme sin da bambini. Un legame quindi indissolubile. Ora Marco è diventato uno dei più grandi pescatori di calamari della Gallura. Anche in mare ci cerchiamo. E ci troviamo bene come in campo, quando io lo gli fornivo gli assist che lui trasformava in splendide reti.