L’assetto in bici è composto, la pedalata rotonda, la determinazione evidente: Mirko Pani è una giovane promessa del ciclismo sardo, diciottenne di Gonnosfanadiga in grado di rendere bene su ogni terreno, dalla strada alla mountain bike sino al ciclocross. L’inverno è per lui, come per ogni altro corridore, momento dell’anno cruciale, in cui mettere su chilometri e preparare gli appuntamenti principali della stagione. E i chilometri affrontati da Pani si snodano nei sentieri di un Monte Linas fiero e struggente, ricco di profonde gole e fitte leccete, con sottofondo il fruscio delle cascata di Muru Mannu.

Al secondo anno tra gli Juniores. Secondo anno Juniores, alfiere della squadra Piscina Irgas 3C, Pani ha fatto sue gare di prestigio nel panorama regionale, come il titolo sardo di ciclocross nel 2020 e su strada il Trofeo Ozierese,  sempre nel 2020, oltre che piazzamenti importanti come il secondo posto al Trofeo Città di Guspini, ancora nel 2020, e il terzo posto alla Coppa Dentoni a Olbia nel 2021. Quali i suoi punti di riferimento? “Sin da subito il mio esempio è Vincenzo Nibali, ricordo ancora quando cominciai a correre a 14 anni e guardavo le sue imprese in televisione’’, racconta. “Poi Fabio Aru,  un modello unico per noi sardi, e i fortissimi Wout wan Aert e Mathieu van der Poel che corrono forte durante tutto l’anno su ogni terreno’’.

Gli inizi. Studente al terzo anno dell’Istituto Tecnico Buonarroti a Guspini, la passione per il ciclismo gli è stata trasmessa dal nonno materno Sergio Carreras che aveva una officina di bici e un punto rivendita a Gonnosfanadiga. “Mi piacerebbe aprire una officina di bici e dedicarmi alla cura di un mezzo capace di emozionare da sempre milioni di persone’’, aggiunge. Quali gli obiettivi per un 2022 che può essere un trampolino di lancio verso la categoria Under 23?

I prossimi obiettivi.“Di sicura a maggio i campionati sardi di moutain bike, poi le prime gare su strada sino alle sfide più importanti tra la primavera e l’estate. Mi concentro su più specialità perché sono convinto che la multidisciplinarietà sia fondamentale per un corridore, oltre che tranquillamente conciliabile: una specialità non esclude l’altra, anzi la completa’’. Completezza, desiderio di mettersi in mostra e un team solido accanto: la crescita di Pani è incentrata su questi tre pilastri. “Ho la fortuna di essere seguito da figure di grande esperienza quali Giacomo Boi, Paolo Angius e Gianni Sedda, che mi supportano e seguono con attenzione. Per  me il ciclismo è libertà, spesso esco solo e mi godo ciò che ho attorno: la spensieratezza che trasmette la bici è un rito antico che va oltre le vittorie e che rende questo sport una terapia per l’anima magica’’.

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