Tra le tante squadre che hanno avuto la fortuna di averlo tra le proprie fila, una ha un posto predominante nel cuore di Floriano Congiu. Si tratta del Carbonia. Per l’ex trequartista sardo e per tutto il Sulcis è indelebile il ricordo della vittoria nello spareggio al quadrivio di Nuoro contro il Portotorres nella stagione 1977/1978.

Il Carbonia vinse il girone A davanti a formazioni come Sant’Antioco, Gonnessa, Tharros, Decimoputzu e Sinnai, i turritani il girone B precedendo di un punto Ilvarsenal, Tempio e Sennori. «Qualche anno dopo, stagione 1981/1982, conquistammo la Serie C2». Eletto per tre volte miglior giocatore del massimo campionato isolano, Congiu proseguì la carriera nell’Olbia per poi passare al Thiesi prima e al Vibo Valentia.

A 32 anni fu assunto al Comune di Carbonia come funzionario: «Questo mi costrinse necessariamente a giocare in categorie minori ma non per questo meno impegnative. Giocai con Carloforte in Promozione, Santadi, Sguotti e Is Gannaus. Infine, una bella parentesi di Calcio a 5 con la Delfino di Cagliari dell'allora Presidente Cacciuto in serie B e serie A».
Appese le scarpette al chiodo Congiu viene ingaggiato come istruttore degli esordienti del Cagliari. «I nove anni trascorsi con la società di Cellino sono stati fantastici. Ho avuto la fortuna di collaborare con un profondo conoscitore del mondo del calcio qual è Franco Sarritzu. Inoltre ho ritrovato vecchi compagni di squadra: Giorgio Melis, Pietro Pillosu e Sandrino Loi che già collaboravano col Cagliari e il responsabile del settore giovanile Gianfranco Matteoli, grande professionista e grande uomo».
Nella squadra affidata a Congiu spiccava un atleta con già la propensione a diventare un campione: «Non lesinava impegno e voglia di emergere, in più aveva una grande tecnica. Si vedeva che Nicolò Barella era un predestinato».
Sono tante le componenti che formano un giovane calciatore ma su alcune Congiu è categorico: «In primis giocare per divertirsi, poi avere ambizione; mai stancarsi di palleggiare e affinare la tecnica di base e i fondamentali. Dare sempre il massimo in ogni esercizio è essenziale». «Il calcio non è cambiato poi così tanto. I fuoriclasse ci sono sempre stati. Quando giocavo mi ispiravo a Crujff».

Per Congiu il più geniale è stato Maradona, il più completo Pelé. Messi e Cristiano Rolando i più concreti. «Quanto ai mister quello che attualmente mette in pratica il gioco migliore è Guardiola». Il mondo del pallone riserva tante insidie ma anche momenti dolci e persone indimenticabili: «Ricordo molto volentieri gli allenatori Toto Cesaracciu, Renzo Capellaro, Checco Fele e Beppe Rampini, il dirigente del Carbonia Sandro Masciarelli e, anche, Carlino Zoboli ex calciatore del Carbonia. E poi il super presidente del Carbonia Elvio Verniani del periodo della promozione in C».
Messo alle spalle un periodo sabatico per ricaricare le batterie ora Congiu è pronto a sedersi di nuovo in panchina: «Sono pronto a rientrare, voglio mettere la mia esperienza a disposizione del mondo del calcio».

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