La sua è una storia di rivalsa e rinascita. La storia di chi non si è arreso nonostante il rene policistico, la dialisi, il trapianto nel 2015. Walter Uccheddu, 51 anni di Gonnosfanadiga, è uno dei talenti più limpidi che il ciclismo sardo abbia mai avuto, l’esempio di cosa significa perseveranza, ambizione e caparbietà. Caparbietà che Uccheddu ha sempre dimostrato nei momenti più difficili e che gli ha consentito di conquistare, nel periodo dell’attività agonistica dal 1981 al 1993, ben 226 vittorie di cui 215 in solitaria tra strada, ciclocross, pista e mountain bike. Successi che non sono mancati anche nella sua seconda vita sportiva, in cui ha realizzato al velodromo di Montichiari due record dell’ora, il primo da dializzato nel 2015, il secondo da trapiantato nel 2017. Un 2017 reso ancora più speciale dalla conquista di due titoli mondiali per trapiantati a Malaga sulle distanze dei 5 e 30 km.

I primi esordi nel 1980 nella S.C. Gonnosfanadiga, le prime vittorie, i duelli con Giuseppe Solla e Renato Rizzon, le sfide agguerrite nel ciclocross con Massimiliano Cadelano, specialità scoperta a 14 anni in cui Uccheddu ha fatto suo il bronzo ai Tricolori Juniores nel 1988 a Novara, oltre a ben quattro edizioni della Coppa Europa per Nazioni a Bracciano da Allievo e Juniores. Il confronto con grandi campioni  quali Michele Bartoli e Gilberto Simoni, il trentesimo posto ai Mondiali Juniores sempre nel 1988: risultati di prestigio, frutto di un amore per il ciclismo che non si è mai spento.

“Il ciclismo mi ha insegnato a resistere nonostante tutto’’, le sue parole. “Mi ha spinto a dare il meglio di me, mi ha trasmesso valori quali la correttezza, l’onestà e il rispetto per gli altri, valori fondamentali nello sport e nella vita di tutti i giorni’’.

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