Senza alcun dubbio Giannetto Addis, 66 anni, è uno dei cuori di Tempio: imprenditore turistico, difensore e allenatore del Tempio calcio (e non solo) per lunghe stagioni, assessore allo Sport per 15 anni e dal 2020 sindaco della città gallurese. Quasi un plebiscito, a testimonianza della stima che i concittadini nutrono per lui: tutto calcio, lavoro, famiglia e politica.

Sindaco Addis le manca il calcio?

“Pur preso da gravosi impegni di amministratore il calcio rimane la mia grande passione. Lo seguo a tutti i livelli e sto gioendo della bella annata in Promozione del mio Tempio, che ora ha giocatori, tecnico e società all'altezza della situazione”.

Quanto è cambiato il calcio dilettantistico in questi anni?

“A dire la verità è cambiato il calcio in generale, soprattutto dagli anni 90 in poi. Gli allenatori curano in settimana molto di più i dettagli e sono più preparati dal punto di vista tattico. Anche nei dilettanti. Purtroppo manca qualche contenuto tecnico in campo”.

Come mai?

“La vita sociale è nettamente diversa. Manca il calcio di strada, come ai miei tempi di ragazzo. Noi giocavamo ore in ogni luogo, saltavano muri, ostacoli. Avevamo capacità coordinative più sviluppate senza essere allenate, un vantaggio rispetto ai giovani di oggi”.

Però ora il calcio è più veloce

“Certo. Ma forse c'è meno talento, soprattutto a livello dilettantistico. E i difensori marcano in maniera diversa, quasi sempre a zona. Inoltre non ci sono più i mastini di una volta. Per cui segnare, a quei tempi e a tutti i livelli, era certamente più difficile”.

Ha nostalgia di quel calcio?

“In genere si ha nostalgia della propria giovinezza ed è un fatto normale. Ho quindi grandi ricordi. Anche tra i dirigenti. Impossibile non ricordare con affetto, per rimanere a Tempio, un presidente come Acciaro o una grande persona come Antonello Ganau, presidente per tante stagioni dei Galletti in Serie C”.

Dove lei è stato il secondo di Luciano Zecchini, ex difensore del Milan

“Un grande allenatore e un uomo di valore. Ma sono stato il secondo anche di Giorgio Canali e Aurelio Andreazzoli, altri tecnici e persone di grande spessore. Per me è stata una straordinaria esperienza tecnica e umana. Spero quindi vivamente che a Tempio ritornino quelle stagioni”.

Tra i giocatori chi ricorda maggiormente?

“Ne ho avuti tanti da allenatore, tutti meriterebbero di essere citati e li porto nel cuore, ma l'elenco sarebbe troppo lungo. Faccio quattro nomi, senza offesa per gli altri: Marcello Nicolai, grande talento calangianese, Tonio Trudu, un velocissimo funambolo, il centravanti tempiese Giovanni Addis e l' attaccante Roberto Cau, che ha calcato palcoscenici prestigiosi”.

È più difficile fare il giocatore, l'allenatore o il sindaco?

“Giocare può essere istintivo e rilassante. Allenare ti dà sensazioni diverse e sei il capo di un gruppo. Il ruolo di sindaco è una responsabilità enorme, specie in questi tempi terribili di pandemia. Forse quest'ultimo è il più difficile”.

Come giudica il suo primo anno di amministrazione?

“Il giudizio lo devono dare i cittadini. Io posso dire di impegnarmi tantissimo, assieme alla Giunta e a tutti i consiglieri comunali.  Abbiamo progetti approvati per 40 milioni di euro. Le nostre priorità sono superare l'emergenza sanitaria e creare nuove opportunità lavorative e professionali, soprattutto per i giovani”.

© Riproduzione riservata