Franco Selvaggi scommette sul Cagliari
L’ex attaccante: “Mazzarri ha sempre fatto bene, ma per la salvezza c’è bisogno di un rinforzo in ogni reparto”
Un'immagine recente di Franco Selvaggi (a sinistra) col figlio Luca alla scuola calcio (foto concessa da Franco Selvaggi )
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Franco Selvaggi, 68 anni, è tra i pochi a poter dire "Io c'ero". Con piena ragione. Era infatti tra i 22 convocati della nazionale italiana più amata di sempre: quella allenata da Enzo Bearzot che vinse nel 1982 il Mundial spagnolo. In stanza faceva coppia con Marco Tardelli, che allora soffriva d'insonnia. Selvaggi aveva appena concluso l'ultima delle sue 3 brillanti stagioni col Cagliari, che si era chiusa all'ultima giornata a maggio con una miracolosa salvezza ottenuta al Sant'Elia contro la Fiorentina ( 0-0). I viola per quella partita ci rimisero lo scudetto, vinto dalla Juve a Catanzaro. A Cagliari Franco Selvaggi viene giustamente ricordato tra i più grandi attaccanti che abbiano vestito la casacca rossoblù. Tecnica straordinaria e rapidità erano le sue doti migliori, ma di Franco Selvaggi si ricorda anche la disponibilità alla manovra e al gioco, qualità che, oltre al Cagliari, espresse soprattutto nel Taranto (idolo dei tifosi), nel Torino e nell'Udinese. Brillante anche la carriera da dirigente, allenatore, istruttore federale e osservatore sportivo. L'ex attaccante è legatissimo alla Sardegna, nella quale è approdato nel 1979 fortemente voluto da Gigi Riva.
Di cosa si occupa attualmente Franco Selvaggi?
“Vivo a Matera con la famiglia. L'ultimo incarico l'ho avuto sino ad inizio pandemia nella Nazionale Under 16, in cui ad esempio ho avuto alle dipendenze Moise Kean della Juve e Raoul Bellanova del Cagliari. Ora aspetto una chiamata interessante e mi occupo a Matera della scuola calcio intitolata a mio nome”.
Torna spesso in Sardegna?
“Appena posso. La Sardegna non l'ho mai dimenticata ed è sempre nel mio cuore. E poi ci sono gli amici, i miei ex compagni e Gigi Riva, che considero un mio fratello maggiore. Sicuramente tornerò a giugno, per il torneo giovanile Gaetano Scirea, di cui sono presidente onorario e che si svolgerà a Sassari e dintorni”.
Ora la nota dolente: il Cagliari calcio
Non sta facendo facendo bene e mi dispiace molto. Qualche segnale di risveglio nell'ultima partita a Torino. Ma è in casa che la squadra deve costruire la salvezza e giocare con maggiore determinazione. Alla rosa per salvarsi a mio avviso mancano tre giocatori: uno in ogni reparto. Vedremo col mercato dei prossimi giorni.
Al posto di Giulini, Franco Selvaggi avrebbe esonerato Walter Mazzarri?
“I risultati sinora sono stati negativi. Questo lo sanno tutti. E in Italia, per un allenatore, i risultati sono l'unico metro di giudizio. Mazzarri però è un grande professionista, che ha sempre fatto bene in ogni piazza in cui è stato chiamato. Certo, le prossime giornate per lui potrebbero essere decisive, in un senso o nell'altro”.
Leonardo Semplici invece è stato mandato via troppo frettolosamente?
Probabilmente nel suo caso ci sono state altre dinamiche che ne hanno determinato l'esonero, dopo una salvezza miracolosa. Dinamiche che in tutta sincerità non conosco.
Parliamo di calcio italiano. Come spiega la penuria di attaccanti di livello internazionale?
“È un discorso lungo, che parte dalle scuole calcio. Oggi i bambini si allenano 6 ore la settimana, le nostre generazioni 6 ore le coprivano in un giorno. Giocando per strada. Questa è una grande differenza, che vale in prospettiva per ogni ruolo.Poi il calcio è cambiato. Innanzitutto troppi stranieri, anche nelle giovanili. E dire che per gli attaccanti è diventato tutto più facile, con marcature spesso a zona e senza il libero dietro. Ai nostri tempi le marcature erano feroci, a uomo. E qualche terzino menava per davvero. Si diventava capocannonieri con 18 reti, non 36”.
Pietro Vierchowod, uno che non badava tanto per il sottile, ha dichiarato che Selvaggi lo ha messo più in difficoltà di Maradona e Van Basten.
“Questo mi ha fatto piacere, vuol dire che qualcosa nel calcio ho lasciato, anche se Van Basten e Maradona sono pietre miliari del calcio mondiale”.
A proposito di mondiali, un ricordo di quello dell'82.
“Posso dire che dopo tanto tempo siamo ancora legatissimi. Abbiamo un gruppo WhatsApp sempre rovente di messaggi. Il mondiale spagnolo è stato quasi un sogno: non poteva batterci nessuno. Peccato per la recente scomparsa di Paolo Rossi, un uomo umile. Un grande calciatore e un amico che veniva anche a trovarmi a Matera. Impossibile dimenticare il suo sorriso”.