Abbandonarsi a facili entusiasmi sarebbe fin troppo facile e poco proficuo. Il ciclismo è una disciplina severa che ai proclami preferisce il duro lavoro non ammettendo un simile comportamento: Enrico Balliana, pur essendo giovanissimo, tutto questo lo sa bene  e guarda al futuro conscio che i risultati ottenuti sino ad ora rappresentano la base per costruire qualcosa di importante nell’avvenire.

Il quindicenne di Arborea, studente al primo anno del Liceo Scientifico Sportivo Mariano IV D’Arborea a Oristano, ha cominciato il suo percorso in bici quasi per caso dimostrandosi uno dei talenti più cristallini mai espressi dal movimento sardo, ritagliandosi un ruolo di spicco tra i suoi coetanei a livello nazionale: il portacolori della Arkitano MTB/Club Carbonhubo, gemellaggio tra le due squadre per cui gareggia su strada e in mountain bike, corre anche per la Jam’s Bike Team Buja per il ciclocross e nel suo cursus honorum spiccano risultati di spessore; l’anno scorso, ad esempio, durante il secondo anno tra gli Esordienti ha vinto la "Mtb Yellow-Race - Memorial Lorenzo Vernazza” a Tabiano lasciandosi alle spalle il campione italiano Emanuele Savio, mentre su strada a Calci ha fatto suo il Trofeo Valgraziosa.

In questa prima parte del 2023, si è imposto con personalità il 30 marzo tra gli Allievi primo anno al “Trofeo Città di Sennori” di cross country, facendo suo poco meno di un mese dopo – il 25 aprile a Olbia – il titolo sardo a cronometro di categoria alla sua prima esperienza in questa specialità. Cambiano i terreni e i contesti ma il suo desiderio di mettersi in gioco rimane lo stesso, con quella genuinità e spensieratezza di chi interpreta il ciclismo come un’avventura. E, se è vero che come diceva il celebre scrittore Samuel Taylor Coleridge nell’oggi cammina già il domani, Enrico Balliana procede pedalata dopo pedalata, consapevole che umiltà, sacrificio e dedizione saranno i tre elementi da tenere bene a mente per poter maturare. Le chiacchiere servono a poco, non resta che proseguire nel proprio cammino in silenzio, traendo da ogni chilometro affrontato nuovi stimoli per superare i propri limiti.

Balliana, lei viene dal calcio, quando ha scelto di praticare il ciclismo?

«Esatto, ho giocato a calcio per nove anni, di cui 8 alla Pgs Arborea e uno al Simba, nel ruolo di centravanti talvolta anche come esterno. Pedalare mi è sempre piaciuto, ogni tanto durante le vacanze in Svizzera facevo qualche uscita con i miei genitori sino a quando, insieme a mio fratello minore Andrea, ci siamo iscritti nell’Ossidiana Bike verso il 2019. Però, sino alla pandemia, continuavo a giocare a calcio, credevo fosse quello il mio sport preferito. Poi, durante i vari lockdown, ho iniziato a pedalare più frequentemente cominciando ad appassionarmi: giocare a calcio da solo a casa mi annoiava, mentre pedalare con continuità mi ha subito entusiasmato, quindi ho deciso di concentrarmi sul ciclismo».

A febbraio del 2021 ha fatto la sua prima gara conquistando la vittoria nel ciclocross. Si aspettava un risultato simile?

«Assolutamente no, per me era tutto nuovo. Inoltre, ero molto teso, gareggiavo anche in casa ovvero ad Arborea quindi ci tenevo a fare bene seppur per me fosse tutto una novità. I miei preparatori di allora, Ercole Faedda e Massimo Montisci, mi dissero di stare tranquillo e di partire forte ma senza esagerare. Diciamo che ho cercato di seguire alla lettera le loro parole e, alla fine, sono riuscito a conquistare il primo posto».

Da chi è seguito attualmente?

«Il mio preparatore atletico è Mattia Zontini, un’altra figura importante nel mio percorso è Paolo Novaglio ovvero il patron della Carbonhubo una squadra di Brescia da cui sono stato contattato lo scorso anno e con cui abbiamo dato vita a un gemellaggio insieme al mio team dell’Arkitano MTB. Sono molto fiero di ciò».

Lei è molto completo, gareggiando sia nella mountain bike che nel ciclocross che su strada. Dove si trova più a suo agio?

«Sinceramente mi piace variare e, attualmente, voglio fare un po’ di tutto. Ho ancora molto tempo davanti a me prima di specializzarmi».

Ha mai pensato di correre anche su pista?

«Per ora non è mai capitato, non credo di essere particolarmente adatto ma mai dire mai: se dovessi avere l’opportunità di cimentarmi anche in pista lo farò con molto piacere dando il meglio di me».

Quali sono i suoi punti di riferimento?

«Sicuramente Mathieu van der Poel che per me è un vero e proprio idolo. È fortissimo su ogni terreno, un grande fuoriclasse capace di primeggiare ovunque. Apprezzo tanto anche Wout Van Aert e Tadej Pogačar che sono altri due fenomeni in grado di dare spettacolo in ogni gara».

Quanti allenamenti svolge alla settimana?

«Faccio circa sei allenamenti alla settimana, senza esagerare però: due sono specifici, gli altri di mantenimento. Quando vado in mountain bike, amo pedalare sui sentieri di Monte Arci, allenarsi a contatto con la natura è una grande emozione».

Il 25 aprile a Olbia si è laureato campione sardo tra gli Allievi a cronometro. Si aspettava di vincere?

«Era la mia prima esperienza in una gara a cronometro, non sapevo come sarei potuto andare. Sono felice di questo titolo sardo, inoltre mi sono divertito parecchio in una specialità come quella delle cronometro. È stato un sforzo parecchio intenso che mi ha offerto spunti di riflessione importanti».

A proposito di vittorie, il primo maggio ha fatto suo il Trofeo Città di Sarroch su strada.

«Sì, è stata una bella gara dove ho avuto la meglio su un ragazzo di talento di nome Matteo Rosa che corre per la Crazy Wheels, abbiamo affrontato i 52 km di gara a una media di trentotto chilometri orari nonostante il circuito non fosse certo semplice avendo due strappi in salita parecchio impegnativi. È stata una gara molto combattuta, soprattutto negli ultimi due giri dove Matteo ha cercato di attaccare, fortunatamente non ho perso la calma e sono riuscito a gestirmi per poi riuscire a giocare al meglio le mie carte in volata».

Quando la rivedremo in gara?

«Correrò su strada al Trofeo Angotzi il 21 maggio a Ozieri, poi il 28 maggio gareggerò a Courmayeur in mountain bike, il 25 giugno correrò di nuovo su strada ai campionati sardi a Iglesias. Spero, poi, di essere convocato per i Tricolori sempre su strada il 9 luglio a Darfo Boario Terme. Il 16 luglio, invece, sarò a Nave per i Tricolori giovanili MTB XCO mentre il 22 luglio a Carona per i Tricolori MTB XCE Eliminator».

Cosa ama di più del ciclismo?

«Ciò che amo di più è proprio il fatto che nel ciclismo si faccia tanta fatica, questo lo trovo estremamente formativo: è una disciplina dove non basta solo pedalare, ma bisogna avere carattere, intelligenza, lucidità. È la testa a fare la differenza».

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