Sarà un ballo delle debuttanti la gara di oggi al “Comunale A.G. Cabras” di Abbasanta. Marcello Angheleddu e il suo Monastir da una parte, rappresentanti il Girone A; Michele Pulina e la Lanteri Sassari dall’altra per il gruppo B. Allenatori e società alla prima storica finale della Coppa Italia di Promozione.

La cavalcata trionfale verso l’Eccellenza della schiacciasassi Monastir è stata decantata a lungo, nel corso di queste ultime settimane: 86 punti in classifica, con un +22 sulla seconda Castiadas. Record di gol realizzati (103) e nessuna sconfitta in archivio.

Della Lanteri che si sa? Per lunghi tratti della stagione è stata bellissima, con un gioco spumeggiante. «Siamo riusciti a giocarcela a viso aperto con tutti, con un buon calcio, riconosciuto dagli stessi avversari», commenta Pulina analizzando con occhio critico il percorso dei suoi, «siamo stati bravi a partire bene e a stare nei primi posti fino a dicembre, poi son venuti fuori i valori di rose più strutturate. Il settimo posto in classifica? A un mese dalla fine la squadra ambiva ad arrivare quinta. Non è avvenuto e ciò testimonia la necessità di crescere con la mentalità, curando i dettagli».

Non male per una società che puntava a una salvezza tranquilla e per un tecnico alla seconda annata in panchina. «È stata una stagione positiva – ammette Pulina – abbiamo valorizzato tanti giovani. Tuttavia, sarei ipocrita se dicessi che va bene già essere arrivati fin qui. Siamo a conoscenza del valore dei nostri avversari. Il Monastir ha tanta qualità. Li abbiamo studiati con lo staff, che ringrazio pubblicamente per il lavoro fatto. Per noi sarà uno stimolo per giocarcela a modo nostro, impavidi. Da calciatore ho sempre voluto vincere e intendo dare questa mentalità ai miei ragazzi. Perché, riportando le parole di una grande allenatore con cui ho giocato: le finali non si giocano, si vincono».

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