A un giorno dalla precisazione del Castiadas sulla querelle Mboup, arriva la risposta del Monastir sul caso di razzismo che si sarebbe acceso nel campionato di Promozione.

Ma ricostruiamo quanto accaduto. Una settimana fa la sfida tra Monastir e Castiadas, col successo dei padroni di casa per 2-0. Giovedì i provvedimenti del giudice sportivo, con una raffica di sanzioni e squalifiche per gli ospiti, che avrebbero danneggiato gli spogliatoi del Comunale

24 ore dopo, il duro comunicato del Castiadas. Il club si scusa per quanto successo, condannando l’episodio e il comportamento dei suoi tesserati, ma allo stesso tempo contrattacca. Secondo quanto dichiarato, il nervosismo degli ospiti sarebbe stato generato da dei cori razzisti che la tifoseria del Monastir avrebbe indirizzato nei confronti di Carlos Mboup, al momento della battuta del rigore. Una spiegazione ripresa anche dallo stesso calciatore, che si era scusato per la reazione, aggiungendo: «Mentre calciavo un rigore ci sono stati degli ululati nei miei confronti. Il tecnico Dessì mi ha poi sostituito e per andare in panchina sono passato dal lato delle tribune e mi sono stati rivolti più volte insulti razzisti. Così mi sono innervosito. Chi non è di colore non sa cosa si prova. Spesso faccio finta di non sentire ma questa volta non sono riuscito a trattenere la rabbia che avevo dentro. Mi sono sentito ferito».

Una ricostruzione che però non convince i padroni di casa: «Quanto successo durante la partita Monastir-Castiadas», scrive il Monastir in un comunicato, «al momento della battuta del rigore e non solo, non corrisponde a ciò che affermano la società Castiadas e il suo tesserato, come abbondantemente riscontrato dai numerosi video diffusi nell’ultima settimana, nei quali non si avvertono in alcun modo gli insulti razzisti ipotizzati».

Secondo quanto riportato dal Monastir, infatti, in quella zona del Comunale erano seduti i bambini della scuola calcio. In aggiunta, allo stadio era presente anche un commissario di campo e numerosi dirigenti federali che non avrebbero ravvisato gli ululati. 

«La società condanna il razzismo», precisa il presidente del Monastir Marco Carboni, «e, allo stesso tempo, non accetta che si giustifichino degli atti vandalici infangando una tifoseria rispettata da tutti. Questi insulti di cui si parla non li ha sentiti nessuno, erano presenti anche dirigenti federali e, da quanto dice, arriverebbero da una parte degli spalti piena di bambini. Non c'è stata nessuna bagarre: quando si è saputo degli spogliatoi distrutti eravamo al terzo tempo, con diversi tesserati del Castiadas, e a offrirlo sono stati i nostri tifosi che erano in tribuna».

(Unioneonline)



 

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