In un girone di Prima Categoria, quello E, in cui partecipano, cercando di risalire la china, squadre di grande blasone come Sorso, Alghero e Castelsardo, a guidare la classifica dopo 3 giornate è il Campanedda. Formazione calcistica della omonima borgata agricola della Nurra, facente parte del comune di Sassari, ma ubicata ad un tiro di schioppo da Porto Torres. Il primato per gli addetti ai lavori non è però una sorpresa. La squadra allestita dal presidente Renato Laconi, dal direttore sportivo Gavino Zirattu e dagli altri dirigenti è di tutto rispetto. L'attacco è guidato da Fabrizio Serra, 39 anni di Porto Torres, uno dei più prolifici bomber del calcio dilettantistico sardo: ben 280 reti siglate in carriera. Nei campionati di Eccellenza e Promozione, in compagini come Torres, Porto Torres, Alghero e Stintino (tra le altre). Domenica per lui a Trinità, nella partita vinta 2-0, il classico marchio di fabbrica: una magistrale punizione con sfera nel sacco.

"Sto bene - precisa l'attaccante turritano - e voglio continuare a giocare al calcio. A Campanedda si sta costruendo qualcosa di importante".

Concetto condiviso dal difensore-mediano e capitano Daniel Gianni, 36 anni e portotorrese pure lui, come la maggior parte dei compagni."Siamo consapevoli di essere una buona formazione - dice -. Ma il campionato è ancora lungo. Presto quindi emettere giudizi e indicare favorite. Ma è onesto ammettere che nella nostra realtà si stanno facendo le cose per bene".

Architetto e anima della formazione, nonché politico di lungo corso, il ds Gavino Zirattu, ex vice sindaco di Sassari e attuale presidente di un consorzio di bonifica. "Per noi è un onore competere con squadre che hanno fatto la storia del calcio sardo - spiega -. Cercheremo con grande umiltà di disputare un campionato di primo piano. Per ora godiamoci il primato".

Nella rosa, affidata all'esperto e valido tecnico locale Danilo Piredda, sono presenti individualità di tutto rispetto. A partire da Antonio Cocco, uno dei migliori centrali sardi degli ultimi 15 anni, con autorevoli trascorsi in serie D, nelle recenti stagioni alfiere dell'Ossese dei miracoli. Ma non si possono tralasciare i vari Valenti, Occulto, Farina e Sotgiu, solo per citare alcuni  nomi. Tutti elementi di caratura superiore. Che si allenano e giocano le partite casalinghe in un nuovissimo campo sportivo in erba sintetica.

Nella borgata, pulita e ordinata, c'è grande entusiasmo per questi atleti. Qualcuno sogna la promozione, ma nessuno osa dirlo. "La squadra è diventata un simbolo identitario della comunità - riconosce il notissimo parroco don Francesco Marruncheddu -. Si parla infatti tantissimo delle imprese della squadra. Ma i fedeli sono anche orgogliosi della grande correttezza e serietà di giocatori, società e tifosi. Fattori che esaltano le imprese sportive".

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