Il Ghilarza sogna i playoff. Dopo la vittoria di domenica scorsa a Maracalagonis contro il Sant’Elena, la squadra di Cirinà si è portata a ridosso di Ossese e Taloro Gavoi. Un solo punto separa al momento i giallorossi dagli spareggi per la Serie D. A decidere il match contro i quartesi è stato il solito Mattia Caddeo, autore di doppietta. Con queste due reti Caddeo è salito a quota diciassette in campionato ed è diventato il nuovo capocannoniere dell’Eccellenza. Superato, quindi, l’argentino Ryduan Palermo della Villacidrese – che rimane fermo a quindici centri – dopo essere stato in testa dalle prime giornate. In carriera Caddeo ha vestito maglie di Sanluri, Progetto Sant’Elia e Porto Torres in serie D. Poi tanta Eccellenza in piazze storiche del calcio sardo: Guspini, Monastir, Sorso, La Palma e Samassi. La grande occasione, però, arriva con la Giacomense in Lega Pro, nella stagione 2012/13: «Ho avuto come compagni Manuel Lazzari, Adam Masina e Giacomo Poluzzi, giocatori che adesso calcano i campi di serie A, serie B e Premier League». L’attaccante, all’epoca poco più di un ventenne, non era però pronto per il grande salto: «Ho imparato dagli errori. Ogni esperienza mi ha fatto crescere. Certo, resta un po’ di rammarico perché al tempo ero ancora troppo giovane».

Caddeo si aspettava una stagione così prolifica?

«Ci speravo. E in parte me lo sentivo. Ma i gol sono il frutto del lavoro di tutta la squadra. Lo scorso anno abbiamo intrapreso un percorso di crescita che ci ha portato a ridosso dei playoff, in un campionato che ci ha visti per un periodo addirittura terzi in classifica nel girone di andata. Quest’anno siamo partiti con la stessa ossatura e ci stiamo confermando su quei livelli. Siamo una squadra tutta sarda, fatta di giovani interessanti. L’unico straniero è Guido Rancez ma si può considerare a tutti gli effetti un ghilarzese».

Nell’ultimo turno sono arrivati tre punti importanti contro il Sant’Elena.

«É stata una gara difficile che siamo riusciti a vincere pur soffrendo nel finale. Il Sant’Elena è una squadra ostica che in questo momento è coinvolta nella lotta salvezza. Sicuramente il valore della rosa non rispecchia la loro classifica».

Il Ghilarza può ambire ai playoff?

«Il Ghilarza era partito ad inizio stagione con l’obiettivo di salvarsi il prima possibile. È logico che tutto quello che viene dopo è oro che cola. Adesso che siamo lì in alto, dobbiamo provare a ritagliarci un posto tra le prime cinque. Anche perché senza obiettivi non si va da nessuna parte. Ghilarza è una bella realtà che cerca di valorizzare i giovani sardi. Da anni esprime un calcio propositivo che piace al pubblico».

Ad oggi qual è il livello dell’Eccellenza?

«Rispetto agli ultimi anni si è alzato parecchio. Raramente c’è una squadra che ammazza il campionato e non si vedono più corazzate come il Muravera di qualche anno fa. Se parliamo delle prime due, Budoni e Latte Dolce hanno grandi rose con budget importanti. Rimangono le più forti ma non c’è una differenza così marcata con le altre. Quest’anno il campionato è avvincente. Sono tutte buone squadre e non sai mai cosa aspettarti».

Quanto conta vincere il titolo di capocannoniere?

«Se devo essere sincero non è una mia priorità. Poi, se mai dovessi riuscirci, sarebbe appagante. Fa sicuramente piacere essere lassù con i migliori marcatori del calcio sardo. Ho incrociato Palermo una sola volta, all’andata, e si vede che è un attaccante di razza. Ma ci sono tanti altri bomber validi. Mi vengono in mente Meloni, Ruzzittu e Mulas. Anche Sanna della Tharros, che tra l’altro affronteremo domenica, è un ottimo centravanti e non ha bisogno di presentazioni».

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