Blas Tapparello, 26 anni, argentino nato a Santa Fe, la città di Carlos Monzon, grande centro commerciale e agricolo, sta facendo le fortune della gloriosa Ilvamaddalena.

Capocannoniere - Dopo un inizio  di campionato stentato, adesso è il capocannoniere indiscusso di Eccellenza con 10 reti. Mancino, ‘zurdo’, come si dice da quelle parti, Tapparello è un centravanti vero: potente, combattivo e alla continua ricerca del gol. Cresciuto nel Lanus, esperienze in Portogallo, da pochi mesi è in Italia.

L’arcipelago sogna - Proprio nell'arcipelago, assieme alla colonia argentina della squadra, ha trovato la sua dimensione. La Maddalena sembra il luogo ideale per gli argentini. Chiediamo come mai? “È un posto meraviglioso e tranquillo. La gente è socievole, ma mai invadente. Inoltre c'è una grande tradizione calcistica. L'ideale per esprimersi al meglio”. Dove può arrivare quest'Ilva? “Abbiamo iniziato in ritardo, ma stiamo recuperando molto bene. Ora siamo quinti. Ma penso che ce la possiamo giocare bene con tutti, risalendo ancora. Poi si vedrà". 

A La Maddalena arriva il Sant'Elena - “È stata sin qua una rivelazione. Dobbiamo quindi state attenti e fare una grande partita per batterli”, ci dice con sincera umiltà il centravanti. Magari con i gol di Tapparello aggiungiamo, “certamente, mi farebbe piacere, ma l'importante è vincere. Io comunque, anche se non segno, sono abituato a lavorare e sacrificarmi per i compagni”, si schermisce.

Le differenze con l’Argentina - Il bomber spiega anche le differenze tra i difensori argentini e quelli italiani, “sinceramente quelli argentini picchiano di più, anche colpi proibiti. Gli italiani sono più corretti, ma anche più tattici”.  Sono già 10 centri ma quanti saranno a fine stagione non lo può immaginare neanche Tapparello “sono in forma e spero almeno di raddoppiare il bottino. Ci tengo ovviamente al titolo di capocannoniere, ma ancora di più alle fortune dell'Ilva”, una squadra dalla ‘garra’ argentina che anche quest'anno può far sognare i tifosi.

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