Venticinque giri, corsi dal primo all’ultimo metro in testa, consapevole che per ottenere da sé il meglio è necessario non perdersi in tatticismi: Claudio Solla è il nuovo campione sardo Assoluto sui 10000 su pista, gara dominata domenica scorsa al “Santoru” di Cagliari, con il tempo di 32’36’’41 sua seconda prestazione in carriera dopo il 32’28’’91 del 18 aprile 2021. Per il fondista del Cagliari Marathon Club, seguito attentamente dal tecnico Andrea Cabboi, si tratta del secondo titolo regionale a livello assoluto dopo la vittoria, sempre in pista, sui 5000 nel 2019. Due momenti diversi del proprio percorso agonistico ma con la medesima certezza: dietro ogni successo ci sono sempre spunti da cogliere per crescere e compiere ulteriori passi in avanti, sia dal punto di vista fisico che mentale.

Solla, un nuovo titolo sardo Assoluto, frutto di una gara all’attacco.

«Esatto, sapevo di voler correre a una media di 3’10’’ a chilometro e ho impostato quel ritmo seppur poi la media sia venuta più alta. Sono contento chiaramente del titolo sardo sui 10000 su pista, stavolta non mi è sfuggito dopo i due secondi posti del 2021 e del 2022. Peccato per le condizioni climatiche, perché la giornata non era delle migliori essendoci vento contrario abbastanza forte e avendo dovuto fare tutta la gara in testa sin dall’inizio».

Si ritiene soddisfatto dal punto di vista cronometrico?

«Sono sincero, avrei voluto correre più forte ma con queste condizioni non era facile. Correre tutta una gara in solitaria non è semplice, obiettivamente influisce e non poco: peccato, perché comunque le sensazioni erano ottime e stavo bene. Nonostante ciò, guardiamo avanti: la stagione è molto lunga e ci saranno altre occasioni».

Ha in mente di gareggiare nuovamente sui 10000 su pista?

«Mi piacerebbe. Con il mio tecnico Andrea Cabboi vorremmo trovare una gara tirata nella Penisola entro maggio così da abbassare nettamente il mio personale. L’obiettivo è quello di arrivare a correre in 32 minuti netti, certo se poi abbattessi il muro dei 32 minuti sarei ancora più contento. Staremo a vedere».

Lei si è cimentato sui 10000 su pista ma anche nei cross e su strada: in quale delle tre dimensioni si trova più a suo agio?

«Preferisco i 10 chilometri su strada, li interpreto meglio anche perché mi divertono di più essendo molto vari: il percorso cambia, entrano in gioco anche altri fattori. Poi mi piacciono parecchio anche i 10000 su pista però, obiettivamente, sono decisamente più monotoni e questo aspetto a livello psicologico influisce parecchio nella mente di un atleta».

A quale tra i due titoli sardi Assoluti vinti su pista è più legato?

«La vittoria sui 5000 nel 2019 fu inaspettata, quella sui 10000 di quest’anno sapevo di poterla ottenere, comunque sono legato ad entrambe le vittorie. Però, in tutti e due i casi, avrei voluto qualcosa di più dal punto di vista cronometrico. Insomma, vincere è sempre bello ma non bisogna dimenticarsi che il fine di ogni atleta è quello di migliorarsi sotto l’aspetto cronometrico».

Passiamo ai cross: si ritiene soddisfatto della sua stagione di corsa campestre?

«Sì, con il Cagliari Marathon Club abbiamo vinto i campionati sardi Assoluti a livello societario qualificandoci ai Tricolori di Gubbio dove abbiamo corso su ritmi abbastanza buoni. A livello individuale, mi ritengo ugualmente soddisfatto, è stata una delle mie stagioni di cross migliori: poi, va rimarcato che i cross non sono mai un punto di arrivo bensì un momento di passaggio in vista delle gare principali della stagione».

Lei è proiettato sulle distanze più lunghe: ci sarà comunque un focus anche sui 5000 in pista dove ha un personale di 15’30’’11 risalente al 2020?

«Ora come ora sono più proiettato, per quel che riguarda la pista, verso i 10000 ma anche qualche uscita sui 5000 non mancherà, essendo una gara che mi diverte e a cui sono affezionato. Cercherò di correrli con spensieratezza, senza particolari aspettative: se poi arriverà qualcosa di buono, ne sarò felice».

Ha modificato qualcosa nella sua preparazione quest’anno?

«No, il volume di lavoro è rimasto standard. Mi alleno sette volte alla settimana, con una media al mese di 100 chilometri. Ogni tanto inserisco anche un giorno di riposo: tra lavoro e allenamenti è fondamentale curare il recupero, altrimenti ne risentirebbe il fisico ma anche la mente».

Passiamo alle gare su strada: quando gareggerà sulla mezza maratona?

«Penso proprio nella seconda parte di stagione, quindi dopo l’estate. Mi piacerebbe correre la mezza maratona di Uta, ovvero il mio paese, dove l’anno scorso vinsi con il personale di 1h09’32’’. Fu una bella giornata, poi correre in casa ha sempre un sapore particolare».

Il 4 dicembre scorso a Valencia si è migliorato sulla maratona con il tempo di 2h25’14’’. Cosa è mancato per scendere sotto le 2h25’?

«Parto dal fatto che sono comunque molto soddisfatto del tempo ottenuto, tenendo conto che era la mia seconda maratona in carriera. Probabilmente è mancato un pizzico di coraggio in più ma ho preferito interpretare la gara con un’andatura il più regolare possibile per evitare di ritrovarmi senza forze nella parte finale. In generale, è stata un’esperienza preziosa in vista del futuro».

Per quando è prevista la sua terza maratona in carriera?

«Ancora non lo sappiamo, è presto per dirlo e con il mio tecnico Andrea Cabboi ci stiamo concentrando sulle gare in pista attualmente. Però, presumibilmente, sarà verso fine anno sempre a Valencia: è un percorso lineare, la manifestazione è molto partecipata e sono fattori che spingono a correre al massimo del proprio potenziale. L’importante, adesso, è allenarsi con serenità e continuità che, tra l’altro, sono due elementi centrali in maratona dove nulla può essere dato per scontato».

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