«Per me l’atletica è prima di tutto un divertimento. È un qualcosa che va ben oltre le vittorie o i primati. Ciò che conta è l’aspetto umano». Queste parole condensano appieno la concezione che ha dell’atletica leggera Alessia Farci, campionessa sarda Assoluta al coperto sui 60 e nel salto triplo. La portacolori della Cagliari Atletica Leggera, studentessa al primo anno del corso di laurea magistrale in Filologia Moderna, è reduce da una stagione indoor di rilievo in cui, oltre al doppio titolo sardo, si è migliorata notevolmente sui 60 limando tredici centesimi al suo personale, arrivando così al crono di 7’’90. Modi garbati, fisico longilineo e sorriso appena accennato in volto: tra le sue passioni principali Fabrizio De André. «in particolare il disco ‘’La buona novella’’» precisa, e la letteratura regionale: su tutti Sergio Atzeni, Grazia Deledda e Salvatore Satta. E, per rifarsi proprio a Salvatore Satta, per conoscersi bisogna svolgere la propria vita fino in fondo: l’atleta contribuisce a tutto ciò, rendendo ogni allenamento e ogni gara esperienze catartiche da cui trarre il meglio.

Farci si aspettava di migliorarsi così nettamente sui 60?

«Non mi aspettavo assolutamente un miglioramento di questo tipo, per quel che mi riguarda sarebbe stato già un successo scendere sotto il muro degli 8 secondi. Il mio tecnico Gianni Lai, però, mi ripeteva sempre durante l’inverno che valevo questi tempi e, visto come è andata, direi che ha avuto ragione ».

Crede sarebbe stato possibile scendere sotto il muro dei 7’’90?

«Sono sincera, ho dato il massimo: con i se e con i ma nella vita non si combina nulla. Forse, quel che è mancato è un pizzico di esperienza in più nella velocità essendo nata la sottoscritta come triplista però va bene ugualmente. Mi ritengo più che soddisfatta».

Tra velocità e salto triplo cosa ama di più?

«Il triplo è il mio primo amore però avverto di più il senso di responsabilità. Fare le gare di velocità mi libera la mente e mi diverte, le affronto con più tranquillità. Inoltre, ci sono le avversarie con cui ci si confronta gomito a gomito e questo rappresenta un grosso stimolo».

Quanto è importante per lei allenarsi con Federica Loi e Daniela Lai?

«Sono essenziali, per me coltivare l’aspetto umano è un qualcosa che va al di là dei fattori prettamente tecnici. Federica e Daniela sono prima di tutto due amiche con cui ho un legame profondo e questo fa la differenza. Gli atleti non sono macchine e questo è bene rimarcarlo».

L’anno scorso ha realizzato il suo personale sui 100 all’aperto: a che tempo punta in questa stagione?

«Difficile dirlo, certo visto il tempo sui 60 indoor spero di esprimermi al massimo delle mie potenzialità ma se anche confermassi il personale di 12’’50 del 2022 sarei contenta. Dipenderà dai casi, ogni gara fa storia a sé».

Ritiene che la velocità e i salti siano due aspetti conciliabili?

«Assolutamente sì, penso si possano fare entrambi. Certo, affrontare tutte e due le specialità comporta uno sforzo non da poco ma nulla è impossibile».

A proposito del triplo: qual è l’obiettivo per quest’anno?

«Nasco come triplista quindi ci terrei particolarmente a migliorarmi. Dire con esattezza una misura è difficile però spero di potermi avvicinare ai 12,50. È una misura che penso di poter valere».

Lei si esprime bene anche sui 200 dove corre in 25’’76: il suo futuro sarà sul mezzo giro di pista e sui 400?

«Questa è una bella domanda, chi può dirlo? Personalmente le prove più lunghe mi affascinano e le trovo stimolanti, quindi perché non mettersi alla prova anche in queste distanze? Vedremo cosa capiterà in futuro, di sicuro cercherò di dare il massimo, divertendomi e vivendo con spensieratezza ogni sfida».

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