Vasco, una vita spericolata "nata in Sardegna"
Era il 1982 quando chiuso in auto sotto una pioggia battente a Cagliari il Blasco ha trovato l'incipit del suo più famoso testoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Sarà l'evento dell'estate il "Vasco Non Stop Live 2019", il 18 e il 19 giugno alla Fiera di Cagliari. Un doppio live attesissimo dai fan sardi del Blasco che, dopo avere festeggiato i quarant'anni di carriera nel 2018, si appresta a battere tutti i record.
Per la prima volta il Komandante porterà sull'Isola uno spettacolo mastodontico per due serate consecutive. Lo stesso che, dopo la data zero del 27 maggio allo stadio Teghil di Lignano Sabbiadoro, per la prima volta nella storia terrà occupato lo stadio di San Siro per quindici giorni.
Vasco con la sua squadra di lavoro è già all'opera per definire una scaletta e arrangiamenti che, ancora una volta, sapranno sorprendervi. Ha raccontato a L'Unione Sarda questo tour e il ritorno in Sardegna, una terra che ama e dove, in una notte piovosa del lontano '82, trovò le parole della sua vita.
È un grande regalo quello che sta facendo alla Sardegna, perché la decisione di portarci due delle nove date di questo tour spettacolare?
"Perché è una sfida per il nuovo anno e io sono un amante delle sfide. E ci siamo! Buon anno a tutti e benvenuto sia il 2019, l'anno della Sardegna! La missione è compiuta. Riuscire a portare sull'Isola la produzione intera è già un successo, farci poi due concerti consecutivi, diventa un doppio evento! Certamente per la Sardegna che diventerà rock e per i miei fan che per quest'anno mi avranno a 'casa loro'".
L'ultima volta che è successo era il 2010.
"Eh, sono passati otto anni, era proprio ora di tornarci, no? Il problema in Sardegna è che, oltre a non esserci le strutture adatte a fare concerti di grande portata, c'è anche da mettere in conto il trasporto di tutto quel che serve a realizzare un concerto, in pratica un villaggio da spostare e mettere poi su".
Come ci arriva dopo "Modena Park"?
"Come avevo promesso, dopo 'Modena Park', il concerto da Guinness che ha segnato un 'prima' e un 'dopo', è finita un'epoca. La quadratura del cerchio perfetta, di una storia immensa, cominciata a Modena by night e conclusa a 'Modena Park"' con un risultato insuperabile e per quanto mi riguarda irripetibile. Avrei potuto fermarmi, dopo una cosa del genere! E invece no, da quella fantastica esperienza mi sono risvegliato liberato e libero di fare quello che più mi piace. Così è nato il 'Vasco Non Stop Live', dalla mia grandissima voglia di palco, di ripartire da me e dalle mie canzoni, con il mio pubblico. In viaggio non stop per l'Italia, ogni anno città per città, con lo spettacolo più potente ed emozionante al mondo. Quest'anno eccomi qua nella splendida Sardegna, non a caso scelta da De André come sua seconda casa".
In termini di spettacolo cosa possiamo aspettarci?
"Sarà tutto uguale a San Siro. Non vi svelo la scaletta, studiata apposta per l'occasione, non voglio rovinare la sorpresa. Posso, però, anticiparvi che conterrà delle vere chicche del passato remoto, come 'Ti taglio la gola' del 1985, rivisitate negli arrangiamenti con influenze punk rock, più adatte oggi al contenuto provocatorio dei testi. Ci saranno anche le grandi hit e alcune ballate intense, perché tutte non ci possono stare".
Con una carriera quarantennale, non è semplice creare la scaletta.
"Nell'abbondanza di canzoni devi saper selezionare quelle venticinque, massimo trenta che le rappresenteranno tutte. Mi ispiro all'attualità, creo un filo conduttore che le leghi una all'altra. Parto dalla prima, poi le riascolto tutte e il filo si annoda da sé. Naturalmente non è così semplice, è un lavoro lungo, che faccio confrontandomi con i miei fidati collaboratori, Vince Pastano e Floriano Fini, come l'anno scorso, e con lo spirito di Guido Elmi nel cuore".
Il ricordo più bello della Sardegna?
"Beh, quella volta che a Cagliari pioveva tanto che non si poteva fare il concerto al campo sportivo. Era l'82 e stavo seduto in macchina mentre fuori pioveva forte, ascoltavo la cassetta con la musica di Tullio Ferro che mi piaceva da matti e volevo trovare le parole che ci stessero dentro, che la completassero. Avevo l'incipit '... voglio', '... voglio una vita'. A quel punto mi sono chiesto: ma come la voglio questa vita? 'La voglio piena di guai, come minimo, spericolata!' E finalmente avevo in pugno tutto il testo".
Per questi due show i fan hanno assaltato il botteghino. Lei si è battuto molto contro il secondary ticketing e l'organizzazione delle vendite per questi concerti è la testimonianza che qualcosa si può fare.
"Per me è una grandissima vittoria, ho voluto che venisse cambiato tutto un sistema e così è stato e da allora mi risulta che tutto vada bene. Non ci sono state lamentele, anzi, fioccano i complimenti dai fan, tutto grazie alla garanzia di trasparenza di Vivaticket, l'unico sito ufficiale ed esclusivo per la vendita dei biglietti per i miei concerti".
Da qui a giugno ci allieterà l'attesa con qualche altra sorpresa?
"Se ce ne saranno, ve ne accorgerete per primi".
Intanto, il vinile dell'edizione celebrativa per i quarant'anni di "...ma cosa vuoi che sia una canzone..." è schizzato in cima alla classifica. Che sensazione le dà?
"Mi ha fatto tornare indietro di botto a quando ho avuto tra le mani il mio primo album. Ero già felice che fosse stato pubblicato, figuriamoci se mi aspettavo che vendesse anche! E invece sono passati quarant'anni. E 'Ma cosa vuoi che sia una canzone' rappresenta le fondamenta del mio lavoro".
Cinzia Meroni