“Stranger Things”, a novembre la quinta e ultima stagione. A Broadway debutta il musical
Pronto a chiudere in grande stile uno degli show televisivi più seguiti e apprezzati degli ultimi anniPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Ci siamo quasi: col debutto su Netflix fissato per il prossimo 27 novembre, la quinta stagione di “Stranger Things” si prepara a chiudere in grande stile uno degli show televisivi più seguiti e apprezzati dal grande pubblico. A partire dai numerosi riferimenti alla cultura pop e cinematografica degli anni ‘80, i Fratelli Duffer hanno dato vita a un racconto carico di emozioni e suspence, che unisce con intelligenza tinte horror, avventura e una profonda riflessione sui valori autentici e sul potere dell’amicizia.
In occasione della premiére a Broadway del musical “Stranger Things: The First Shadow”, andata in scena la scorsa settimana, buona parte del cast - tra cui Noah Schnapp, Charlie Heaton, Jamie Campbell Bower e Priah Ferguson - si è riunito per l’evento. A mancare all’appuntamento sono state le attrici Sadie Sink e Millie Bobby Brown; quest’ultima, in particolare, è attualmente impegnata nelle riprese di “Enola Holmes 3”, pellicola in cui vestirà i panni di un’investigatrice al fianco di star come Henry Cavill, Helena Bonham Carter e Louis Partridge.
Con il suo esordio al Teatro Marquis, lo spettacolo scritto da Kate Trefry e Stephen Daldry - realizzato in parallelo alla quinta stagione - ha offerto agli spettatori un tuffo nelle origini di “Stranger Things”, permettendo di osservare più da vicino le vicende di Hopper, Joyce, Bob e Henry Creel in un’atmosfera retrò, ambientata nella Hawkins del 1959. Su questo ambizioso side project, Daldry ha dichiarato in particolare: «Lo spettacolo ci ha costretti, insieme a Kate, a esplorare davvero il passato di Henry, che gioca un ruolo nella quinta stagione, i due progetti erano in un certo senso in dialogo tra loro. È stato un po' stressante perché la quinta stagione non era ancora completamente definita mentre lo spettacolo era in anteprima, ma alla fine tutto è andato al posto giusto. È stata una corsa contro il tempo».
E durante la presentazione non potavano certo mancare le anticipazioni su “Stranger Things 5”: ospite sul red carpet, il giovane attore Noah Schnapp - interprete di Will Byers - ha rivelato al The Hollywood Reporter che gli spettatori dovranno prepararsi a vivere un’esperienza molto intensa, e che l’episodio finale avrà su di loro un impatto «devastante». Provando a immaginare la reazione dei fan, ha affermato in questo senso: «Penso che le persone saranno realmente devastate. Nonostante sia stato triste, sono così elettrizzato all'idea di scoprire la reazione del mondo alla visione del finale perché piangeranno tutti, sarà triste. Non voglio essere così negativo, sarà una stagione realmente grandiosa e le persone la ameranno».
Su questa scia, il co-creatore Ross Duffer ha tenuto ad aggiungere: «Penso che alla fine, almeno lo spero, sia la nostra stagione più emozionante. L'obiettivo di quegli ultimi episodi è di colpire emotivamente piuttosto fortemente perché, sotto molti aspetti, si tratta della fine di questo viaggio che abbiamo affrontato tutti e inoltre è la fine dell'infanzia».
Ma, come sappiamo, “Stranger Things” non sarebbe niente senza il carisma dei suoi protagonisti e il legame che li unisce, tanto che il successo dello show ha influenzato profondamente la vita privata di ciascuno di loro. Dopo il coming out di Schnapp, avvenuto nel 2023, l’attore ha ammesso, ad esempio, di aver vissuto in modo completamente diverso la sua esperienza sul set: «È stato incredibile. È un'esperienza decisamente migliore poter andare sul set sapendo finalmente di vivere la verità. Ha reso questa stagione mille volte migliore, perché non dovevo più nascondermi».
Parallelamente, l’attore ventiduenne Finn Wolfhard ha affermato in un’intervista a People d’essersi pentito di non aver intrapreso un percorso di terapia già all’età di tredici anni, quando la sua fama cominciava a crescere. Su questo delicato tema, ha sostenuto: «Non credo che tornerei mai indietro per rifare qualcosa, ma se proprio dovessi farlo forse tornerei a quando la serie è uscita per la prima volta ed è esplosa, ed entrerei subito in terapia. Ma è stato tutto così folle e improvviso che non c'è stato tempo per pensarci».
Tuttavia, anche affidandosi alla terapia, l’attore ritiene che avrebbe comunque potuto «commettere qualche errore in un modo diverso. Penso che l'infanzia, e la vita in generale, siano una questione di tentativi ed errori». E ha poi concluso la sua riflessione dicendo: «In realtà, probabilmente stavo anche crescendo e nella mia testa succedevano cose, si formavano ansie e cose che non mi rendevo conto di dover seppellire a causa di come mi sentivo al lavoro».