"Ho sedici anni ma è già da più di dieci che vivo in un carcere".

Con "Argentovivo", a Sanremo, Daniele Silvestri ci catapulta nel "lato più oscuro dell'adolescenza". Quello dell'inadeguatezza, dell'isolamento, del disagio, della solitudine.

Lo fa non da 16enne, pur parlando in prima persona, ma da genitore. Di due figli adolescenti, avuti dall'attrice, ed ex compagna, Simona Cavallari. E sono proprio i genitori i destinatari del messaggio: "Non parlo a nome di tutti i 16enni, non potrei farlo. Parlo ai genitori: a loro racconto il buio che potrebbero affrontare i loro figli".

"Non parlo solo di iperattività, anche se il titolo della canzone può suggerirlo, ma della fiamma viva che hanno dentro tutti i giovani. Non deve mai spegnersi, sarebbe un delitto. Il problema è che molti di loro ne sentono il bisogno: preferiscono spegnersi, isolarsi, piuttosto che confrontarsi. Io volevo raccontarlo spietatamente, perché è qualcosa che ho visto anche nei miei figli, che credevo fossero immuni da tutto questo".

Qual è la soluzione? "Sapere ascoltare, cercare di far vedere ai figli la vita reale come qualcosa di positivo. Dobbiamo fare in modo che la vita reale irrompa il più possibile in quella dei nostri ragazzi. Io ci provo".

Dai banchi di scuola, durante l'esibizione, prende vita Rancore, nome d'arte di Tarek Iurcich, rapper 29enne tra i protagonisti del panorama rap romano.

"Tra il nostro primo e secondo incontro avevo avuto l'idea di Sanremo - spiega Silvestri -. Ma non potevo dire che ci sarebbe stato Rancore. Era ancora una scommessa. Quando ho visto quello che aveva scritto è diventata una certezza: quella di aver scelto la persona giusta".

"E' stato un fulmine a ciel sereno - racconta Rancore -. Ma un buon fulmine a ciel sereno. E neanche sapevo che saremmo andati a Sanremo".

"Per me il disagio giovanile è inadeguatezza: io ho cercato di spiegare come questo mondo sempre in cambiamento ti faccia sentire come se non fossi giusto. A scuola la creatività, qualsiasi tentativo di smuovere lo spirito, è limitato".

"Non voglio giudicare il sistema scolastico - precisa - ma se guardo alla mia esperienza, ricordo che scrivevo i testi delle mie canzoni durante le lezioni di italiano, che erano quelle che poi dovevano servirmi a scrivere i testi. Ho trovato da solo, insomma, il modo di essere creativo".

Anche se non compare in gara accanto a Silvestri, la sua scrittura e la sua interpretazione hanno convinto tutti. E speriamo di vederlo il prima possibile esibirsi nell'Isola: "Me lo auguro, davvero, perché la Sardegna mi manca".

Intanto stasera, l'atteso appuntamento con i duetti, è pronta l'esibizione di Manuel Agnelli: "Gli ho spiegato il progetto - racconta Silvestri - fino allo sfinimento. Gli ho fatto, come si dice a Roma, una 'capoccia così'". E a giudicare dall'intensità che abbiamo visto alle prove, Agnelli lo ha compreso fino in fondo.

Angelica D'Errico

(Unioneonline)

RANCORE: "VORREI TORNARE IN SARDEGNA:

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