“Modi”: dopo il premio a Roma, Johnny Depp si prepara al debutto della sua prossima regia
Un progetto estremamente personale e di lunga gestazione, incentrato sugli ultimi giorni di vita del pittore livornese Amedeo ModiglianiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Dopo la prima esperienza come regista vista in “The Brave” del 1997, Johnny Depp è tornato ad imbracciare la cinepresa dando vita a un sogno tenuto nel cassetto per molti anni. Abbandonate definitivamente le controversie legali con l’ex moglie Amber Heard e ripreso a calcare la scena dopo il coinvolgimento in produzioni estere come “Jeanne du Barry”, il tenebroso divo ha partecipato alla recente edizione del Festival del Cinema di Roma per lanciare l’anteprima del suo “Modi - Tre giorni sulle ali della follia”, un progetto estremamente personale e di lunga gestazione, incentrato sugli ultimi giorni di vita del pittore livornese Amedeo Modigliani.
Vantando nel cast pezzi da novanta come Al Pacino, oltre al sorprendente coinvolgimento di Riccardo Scamarcio nel ruolo di attore protagonista, la pellicola è nata grazie alle parole spese dal maestro newyorkese nei confronti di Depp, convincendolo a ricoprire nuovamente il ruolo di director dopo diverso tempo.
Durante la conferenza stampa al Festival del Cinema di San Sebastián, in Spagna, il divo ha infatti svelato quanto segue: «Ho ricevuto una telefonata molto strana da Al Pacino che mi ha detto se mi ricordavo un progetto su Modigliani, dicendomi che avrei dovuto dirigerlo. Per qualche ragione, Al mi vedeva alla guida di questa strana macchina. E quando Pacino parla, tu ascolti, quindi ho deciso di buttarmici. Ma non avevo idea di cosa sarebbe stato finché i pezzi del puzzle non si sono messi insieme».
Altrettanto convimto che Depp sia stata la persona giusta per il progetto è il produttore Barry Navidi, come dichiarato in un’interista a Variety dove ha esaltato le sue doti artistiche e confermato l’influenza determinante di Pacino nel puntare su di lui: «Penso che Johnny sia un artista molto sensibile. È un pittore, un musicista, un attore e un regista molto attivo, cosa che ho potuto osservare da vicino. Sono rimasto piuttosto colpito e ho adorato il modo in cui ha lavorato sul set. Ovviamente abbiamo pensato a molti altri registi prima di Johnny, dato che il progetto esiste da così tanto tempo, ma Al Pacino ha riconosciuto che era il regista giusto perché ha la sensibilità di un artista. Alla fine, Johnny ne era totalmente padrone. Ha detto fin dall'inizio: troverò la mia visione quando inizierò a dirigere questo film. Ed è esattamente quello che è successo con gli sceneggiatori e poi con gli attori che lavoravano e rielaboravano costantemente i dialoghi e le riscritture».
Omaggiato lo scorso 26 ottobre con un premio alla carriera, Depp ha mostrato in sede d’anteprima a Roma una visione molto specifica e non biografica sulla figura del controverso artista italiano: ispirandosi alla commedia "Modigliani" di Dennis McIntyre, la pellicola si focalizza sui tre giorni di vita trascorsi dal pittore a Parigi nel 1916, spinto tra il desiderio di fuggire dalla polizia abbandonando la città e quello di continuare a realizzare opere, sostenuto dalla sua musa Beatrice Hastings e dagli amici Utrillo e Soutine.
In occasione della permanenza romana, Depp è stato accolto la domenica successiva come ospite d’eccezione nello show televisivo condotto da Fabio Fazio “Che tempo che fa”, al fianco di Riccardo Scamarcio e Antonia Desplat.
Un incontro del tutto esclusivo con la star ha permesso di porre l’attenzione su alcuni retroscena rimasti sconosciuti tanto al generico pubblico di telespettatori quanto ai più informati cinefili. Alla domanda su cosa l’avrebbe convinto a tornare in regia dopo quasi trent’anni dalla prima esperienza, ha dichiarato: «Se una cosa non ti diverte non vale nemmeno la pena di farla». E sulle presunte affinità con la figura di Modigliani, ha aggiunto: «Non potrei mai paragonarmi a lui. Però capisco la sua evoluzione. Come lui, anche io sono andato via di casa giovanissimo, ho dovuto arrangiarmi per sopravvivere, ero sempre al verde. Quei ricordi li ho utilizzato per provare a comprendere Modigliani. Ad aiutarmi ci hanno pensato degli interpreti stupendi».