Appare ancora in salita la rivincita che Kevin Spacey sta tentando di compiere nei confronti dell’industria cinematografica e dei fan che lo hanno seguito negli anni. Dopo il periodo buio legato alle accuse di molestie sessuali avanzate dall’attore Anthony Rapp, la star - premiata con l’Oscar per “American Beauty” e “I Soliti Sospetti” - ha visto crollare in brevissimo tempo il prestigio della sua posizione d‘interprete tra i più apprezzati al mondo, perdendo il ruolo di protagonista nell’acclamata serie televisiva “House of Cards” e finendo sempre più ostracizzato da Hollywood per qualsiasi altra collaborazione.

Curando altrove i nuovi progetti per il grande schermo, ha suscitato curiosità il suo recente ritorno alla regia con “The Portal of Force”: pellicola girata in Messico e primo capitolo di una trilogia sci-fi con elementi sovrannaturali e action, oltre a un cast che comprende Dolph Lundgren, Tyrese Gibson ed Eric Roberts. Tra gli autori del progetto figura anche Vladimir “Lado” Okhotnikov, artista russo coinvolto come sceneggiatore e attore. Il suo ingaggio, tuttavia, ha scatenato alcune polemiche a causa delle precedenti accuse di frode a suo carico. Okhotnikov, infatti, è ricordato anche per essere uno dei fondatori di “Forsage”, una piattaforma d’investimento in criptovalute basata - a quanto sembra - su un inaffidabile schema Ponzi.

In sua difesa, l’artista ha dichiarato a Variety di considerarsi del tutto innocente e di non aver commesso alcun crimine. In attesa di ulteriori chiarimenti, è inevitabile che i sospetti sul suo conto abbiano gravato ulteriormente sull’immagine giù compromessa di Spacey.

Tornato in Italia in occasione dell’ultima Mostra del Cinema di Venezia, l’attore è stato calorosamente accolto dal Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni, che ha commentato: “Sul red carpet della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia Kevin Spacey ha voluto ribadire il suo amore per l'Italia. Per celebrare questo legame gli ho fatto arrivare un pensiero speciale: una camicia di lino romagnola, stampata a mano con gli antichi timbri di Santarcangelo, simbolo della nostra tradizione. Un piccolo gesto che racconta la bellezza della mia Regione, il fascino del cinema e la forza delle radici culturali che ci rendono unici”.

Sempre più attratto dalle visite nel nostro paese, Spacey è stato ospite recente anche al Lucca Film Festival, chiamato a ritirare il premio alla carriera e a presentare la sua ultima collaborazione col regista Dustin Fairbanks nel thriller storico “1780”. In quell’occasione, l’attore è tornato a parlare della sua situazione personale, ringraziando sentitamente le persone che lo hanno sostenuto in anni difficili: “Quando House of Cards è stata sospesa ho visto sparire il mio mondo. Sono rimasto fermo a guardare il mondo andare avanti, le produzioni, i film, le interviste, e non ero sicuro di riuscire a tornare. Devo ringraziare l'incoraggiamento di Ewan Lowenstein, mio manager e amico più caro, che è rimasto sempre al mio fianco ed è qui con me oggi. Ewan mi ha sostenuto e mi ha spinto verso un futuro che non sapevo se sarebbe esistito. Ringrazio amici, famiglia e colleghi che si sono presi del tempo per sostenermi. Grazie per avermi insegnato che le seconde possibilità esistono. Sono felice di trovarmi qui e sono felice che questo riconoscimento arrivi proprio dall'Italia, un paese che amo e in cui ho trascorso molto tempo”.

Entrando più nel dettaglio di “1780” - film in costume ambientato in Pennsylvania, che racconta i tentativi di un trapper e del suo giovane figlio di proteggere un soldato ferito dalle truppe inglesi durante la Guerra Civile Americana - Spacey ha rivelato: “È stata un'esperienza fantastica. L'abbiamo girato in poco tempo, è un film piccolo, ma ricco di ingredienti. Per il mio personaggio, un'eccentrica guida al soldo dei soldati inglesi, ho dovuto imparare a parlare una sorta di inglese antico con uno strano accento”.

Sulla scelta di aderire al progetto di un regista emergente, ha confessato: “Una delle cose che ho sempre amato fare nella mia carriera è aiutare i giovani talenti. Ho iniziato a fare l'attore perché qualcuno ha scommesso su di me e sono felice di dare la stessa possibilità ai registi emergenti. Questo film è stato una sfida interessante perché sono stato chiamato a imparare un nuovo linguaggio. Il mio modello? Ho pensato tutto il tempo a Mark Twain”.

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